Marano: sono passati quasi 10 mesi dallo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del Consiglio Comunale.
Sicuramente durante i due anni e mezzo di mandato l’intera assise cittadina non ha mai brillato per qualità politica, ma dal momento che fra circa un anno si tornerà al voto molti si interrogano sulle future mosse strategiche delle donne e degli uomini che nell’ultima amministrazione hanno occupato i banchi del civico consesso.
Quindi, la domanda nasce spontanea: che fine hanno fatto consiglieri e assessori?
Partiamo dalla Maggioranza. Dopo mesi di stallo si è iniziato a muovere il Pd. Un partito, però, molto diverso da quello visto alle ultime elezioni. Davide Di Luccio, ex consigliere e per un breve periodo assessore (poi dimessosi), ricopre il ruolo di vice segretario dei dem al fianco di Roberto Sorrentino che alle ultime elezioni era rimasto ai box. Degli altri consiglieri eletti nel Pd, al momento non si hanno tracce: gli esperti Paragliola e Coppola non hanno rinnovato la loro adesione al partito, mentre i giovani Nastro, Accongiagioco, Savanelli e Santopaolo (entrata col passaggio di Di Luccio in Giunta e passata all’Opposizione dopo le sue dimissioni) hanno preso un “periodo sabbatico“. I componenti della lista Visconti, già altamente deficitaria durante la consiliatura, sono completamente scomparsi dai radar, mentre dei consiglieri di Agorà (progetto interrotto pochi mesi dopo le elezioni) la sola Enza Carandente continua la sua attività social informando i cittadini continuando il lavoro di comunicazione che già svolgeva da consigliere.
Anche fra i colleghi dell’Opposizione c’è stata una fuga dall’attività politica sul territorio ad eccezione di Stefania Fanelli che prosegue le proprio battaglie e Anna Garofalo che si attiva quando sorgono problematiche relative alla zona collinare. Per tutti gli altri è calma piatta, anche per Teresa Giaccio che, invece, fra i banchi dell’assise era fra le più attive e battagliere.
Insomma, quello che si presenta è uno scenario davvero raccapricciante, ma siamo sicuri che fra qualche mese, con l’avvicinarsi della tornata elettorale, non saranno pochi quelli che usciranno dal letargo post scioglimento.