Marano: da quando si è insediata l’Amministrazione Morra il dibattito politico all’interno del Consiglio comunale e in città è stato quasi del tutto assente.

Ad eccezione del contributo dei soliti noti che vivono come una missione l’attività sul territorio, se volessimo prendere spunto dal calcio, la gran parte di consiglieri e partiti riceverebbe un netto “senza voto“.

In realtà questo trend non appartiene solo all’ultima consiliatura ma purtroppo va avanti da un bel po’ e la cosa triste è che ormai i cittadini sembrano rassegnati a dover vivere in queste condizioni. Ed è per questo che non stupisce più la totale disaffezione del popolo maranese nei confronti della “cosa pubblica” e in particolare di chi ricopre il ruolo di protagonista in città.

Paradossalmente (ma forse neanche tanto), l’arrivo della Commissione d’Accesso che dovrebbe decretare l’ennesimo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, ha riacceso alcuni personaggi che si ricordano di essere dei politici del territorio solo quando iniziano a sentire l’odore delle elezioni.

Ed è così che da qualche settimana a questa parte il mondo social ha visto un incremento di post spesso critici e polemici di chi per quasi 2 anni ha soltanto riscaldato la sedia in consiglio comunale dimenticando i motivi per cui era stato eletto. Post che nella maggior parte dei casi provano ad infangare l’operato altrui senza però apportare proposte costruttive.

Al contrario, chi da anni si impegna sul territorio continua a farlo senza sosta provando ad ottimizzare e concretizzare il proprio lavoro, soprattutto se, come purtroppo sembrerebbe, fra pochi mesi arriveranno nuovi commissari che bloccheranno ancora una volta il processo democratico.

Insomma, Marano continua a vivere pagine buie da tanti punti di vista. Ma, se c’è davvero intenzione di rialzarsi, c’è bisogno che si lavori per il bene della città aldilà di come andranno le cose. Chi, invece, prova solo a destabilizzare l’ambiente o ad ottenere un proprio tornaconto è pregato, gentilmente, di farsi da parte e lasciare ad altri il compito di ridare dignità ad un’intera comunità.

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