Napoli: NO AL DDL CALDEROLI SPACCA ITALIA. Il gruppo consiliare Fanelli Sindaco La Città dei Diritti ha presentato
in Consiglio Comunale, una mozione che Sinistra Italiana sta portando in
discussione in tanti consigli comunali.
La nostra coordinatrice, Stefania Fanelli, prima firmataria della mozione insieme al consigliere
del gruppo Luigi Savanelli nella seduta di giovedì 15 l’hanno illustrata
e discussa.
Il Consiglio Comunale ha approvato la mozione esprimendo la
netta contrarietà al disegno di legge meglio noto come SPACCA ITALIA.
Occorre una rivolta dei Comuni del Sud contro una vera e propria
secessione dei ricchi verso i più deboli.
È prioritaria una mobilitazione che parta innanzitutto dal Sud con
gli strumenti democratici a disposizione, a partire innanzitutto dai
consigli comunali. È in atto una vera e propria secessione dei ricchi
ed una rottura irreversibile della coesione nazionale riducendo il
Paese a brandelli . Si vuole togliere completamente la competenza allo
Stato, ai Ministeri in comparti strategici per il Paese come : SANITÀ,
SCUOLA, LAVORO, TUTELA AMBIENTALE.
I servizi pubblici, i diritti delle persone saranno parametrati alla
ricchezza ed al gettito di ogni regione. Una secessione interna che
condanna il Sud ed i suoi abitanti a vivere in condizioni differenti
al resto del paese. Si profila la creazione di altrettanti sistemi
sanitari, altrettanti sistemi scolastici, altrettanti centri di
decisione sulle grandi infrastrutture. Quindi diversi contratti
collettivi di lavoro da Regione a Regione. Diversi salari :
un’autostrada aperta verso le gabbie salariali!L’autonomia
differenziata allargherebbe la forbice delle disuguaglianze per la
perdita di diritti e per la rottura del principio di solidarietà
garantito dal sistema fiscale progressivo sancito in Costituzione.
In sintesi si gioca una partita pericolosissima per il Sud, il disegno
di Umberto Bossi iniziato nel 1985 sta per essere concluso dal Salvini
nazionale e dai Fratelli di mezza Italia. Le regioni del Nord
chiedono di evocare a sé non solo il gettito fiscale ma anche i
comparti di competenza dello Stato Centrale. In sintesi il disegno
ordito nei confronti del mezzogiorno è legare le risorse dello Stato
alle entrate fiscali generate dal territorio . Si pretende che le
risorse dello Stato debbano essere definite sulla base del
fabbisogno standard e cioè sulla quantità sulla quantità di servizi
erogati e presenti sul territorio sulla base dei tributi versati sul
quel territorio. Il tutto equivale che i diritti ed i servizi
essenziali delle persone saranno stabiliti dal reddito e dal luogo
in cui vivono. Il che equivale che nei territori in sofferenza le
condizioni di vita delle persone non potranno migliorare erogando
servizi pubblici essenziali. Ci saranno ancor meno ,nelle regioni del
mezzogiorno, meno ospedali, meno scuole meno investimenti e
trasferimenti pubblici.
Per le regioni del Nord la piena potestà su 23 materie e 500
funzioni rappresentano un conto molto salato per il resto degli
italiani che vivono in Regioni con redditi più bassi e con un
monte inferiore di tributi erariali.
C’è invece un Mezzogiorno dei diritti, dei diritti negati e della
precarizzazione per questo occorre un grande patto tra chi davvero
vuole cambiarlo e chi vive in condizioni di grande disagio.
Occorre una grandissima mobilitazione che parte proprio dal Sud
tra le istituzioni democratiche, organizzazioni sociali, civili
perché
questa è una battaglia di democrazia e di giustizia sociale.
Il nostro gruppo consiliare di riferimento ha ritenuto far esprimere il
consiglio comunale e l’amministrazione per tutelare i diritti degli
abitanti di questo territorio.
L’autonomia differenziata rappresenta una pietra tombale sui
principi di uguaglianza e solidarietà ed i primi a pagarne le spese
saranno gli enti locali, i primi a pagarne le spese sara’ la parte
più fragile delle città del Mezzogiorno.
Sinistra Italiana sta portando avanti una grande battaglia nelle piazze
ed in Parlamento. Lo ha chiarito bene il nostro Capogruppo al Senato
Peppe De Cristofaro. Ricorreremo sino anche al referendum abrogativo o
alla Corte Costituzionale. La RESISTENZA non si evoca , si pratica.
Nota stampa SINISTRA ITALIANA MARANO