Aversa: giornata di udienza presso il Tribunale di Napoli Nord. Continua il processo Bertini-Simeoli-Cesaro.
Oggi sono stati ascoltati Biagio Iacolare, ex politico di punta a Marano, alla Provincia e in Regione e presidente delle cooperative edilizie di Antonio Simeoli, oggi nel campo della ristorazione, il collaboratore di giustizia Speranza (che ha riferito su Simeoli) e Antonio Conte contabile della Comunità artigiana che ha ribadito che essa si fondava su principi di legalità che si opponevano ad ogni tipo di estorsioni e che non operava sul territorio maranese.
Mauro Bertini, invece, ha reso una dichiarazione spontanea durante la quale ha chiarito la sua posizione sulla masseria Galeota e su Palazzo Merolla:
“Ringrazio per l’opportunità che mi si concede e ancor più ringrazio per l’attenzione che si presterà a questa mia dichiarazione spontanea visto che i cinque minuti che mi si mettevano a disposizione nell’ultima udienza non deponevano certo per un interesse particolarmente vivo nei confronti di quanto mi proponevo di dire.
In verità le cose che pensavo di dire nell’occasione non sono quelle di cui vengo a parlare oggi perché l’ultimo intervento di Antonio di Guida, che, fra una lacrima e un pugno sul tavolo, è venuto a riproporre le sue inconsistenti propalazioni in merito alla Masseria Galeota e a Palazzo Merolla, mi impone di tornare su un argomento che, per quanto già trattato nella mia precedente dichiarazione, ritengo sia utile riprendere per ristabilire la verità dei fatti, chiarire meglio alcuni punti e precisare alcune circostanze che penso siano particolarmente importanti.
Premetto che non sono affatto sicuro di riuscire a esprimermi con la lucidità che di norma mi sostiene, ma 20 mesi di galera, comminatami per motivi che ancora non riesco a capire, nei panni assolutamente insostenibili del criminale incallito colluso con la camorra, non ancora formalmente condannato ma ampiamente considerato tale, fiaccherebbero la resistenza di un toro e io non sono mai stato un toro; confido comunque sulla comprensione e la pazienza della Corte e, all’occorrenza, mi avvarrò degli appunti che porto con me.
Con la dichiarazione spontanea resa alla udienza dell’1.7.2021 si è reso edotto il Tribunale in merito a due circostanze che fanno riferimento diretto a due – tra più -fatti che mi si contestano. Vale a dire quello relativo alla vicenda della demolizione/ricostruzione della masseria Galeota sita in Marano di Napoli nell’anno 2004 la cui esecuzione vide quale realizzatore l’impresa di Simeoli Angelo e quello relativa all’acquisto del Palazzo Merolla da parte del Comune di Marano allorquando rivestivo la carica di Sindaco, nell’anno 2001, dalle mani della società Tiziana Costruzioni di Chiarolanza Ferdinando. Solo successivamente acclarata essere gestita di fatto da Antonio Simeoli. In merito a tali vicende ribadivo che la demolizione/ricostruzione della masseria Galeota fu assentita con DIA del 16.8.2004, data quest’ultima che coincide con un segmento temporale nel quale non rivestivo la carica di Sindaco. Tanto si desume dalla documentazione che ho prodotto a questo Tribunale. Nel caso di specie la sentenza resa dal Tribunale di Napoli nell’anno 2013 scaturita dalla celebrazione del processo a carico di Simeoli Angelo ed altri, in seno alla quale è cristallizzata la data, appunto del 16.8.2004, in cui la DIA fu consegnata e il provvedimento di scioglimento del Comune di Marano del 28 luglio dell’anno 2004 che dimostra documentalmente che da quel periodo temporale in avanti, fino al 27 ottobre 2004, non ho rivestito la carica di Sindaco di Marano.
Nel merito ritengo opportuno segnalare al Tribunale una importante contraddizione nella quale incorre il PM nel parere scritto reso il 20.7.21 con atto N.7283/20/21 R.G. in merito all’istanza presentata dal mio avvocato per la revoca delle misure cautelari. A pag. 9 del parere citato riferendosi alla Masseria Galeota, il PM afferma che l’intervento realizzato da Simeoli Angelo “prende origine da una D.I.A, con protocollo 21450 del 16.08.2004″, a pag. 14, invece, sempre parlando dello stesso intervento edilizio, asserisce inoltre la DIA risulta predisposta da Bertini essendo datata 16.7.2004”. La discrasia fra le diverse date, che può essere frutto di una mera svista, di fatto disegna due scenari fra loro antitetici perchè se la D.I.A. viene presentata (come di fatto è accaduto) il 16.8.2004 il sottoscritto non può in alcun modo essere coinvolto nella vicenda perché non è più sindaco di Marano dal 18.7.2004, data nella quale è stato decretato lo scioglimento del Consiglio Comunale; se invece viene presentata il 18.7.2004 io sarei ancora sindaco a tutti gli effetti e, come rimarca non casualmente il PM, con tutte le responsabilità del ruolo (Allego
copia delle citate pagine del parere del PM).
Circa la vicenda, invece, del Palazzo Merolla in ordine al quale mi si contesta di averlo acquistato dall’anzidetta società il medesimo giorno in cui questa lo acquistava dal precedente proprietario, e persino ad un prezzo di gran lunga maggiore, ribadivo la circostanza per cui la società Tiziana Costruzioni di Chiarolanza Ferdinando Io aveva acquistato dal relativo venditore non il medesimo giorno ma ben sette anni prima. Il medesimo giorno fu solo stipulato tra la società e il suo venditore un rogito avente ad oggetto la liquidazione di un usufrutto facente capo a tale Furcas Vitalia esistente su parte dell’immobile (su tre appartamenti al secondo piano del Palazzo Merolla). E che tale liquidazione era necessaria affinchè la compravendita del Palazzo Merolla tra il Comune di Marano e la società Tiziana Costruzione si perfezionasse. La cosa era invece sfuggita al notaio che aveva rogitato l’acquisto da parte della Tiziana Costruzioni.
Oggi, nel ribadire e confermare quanto detto alla udienza dell’1.7.2021, e ad ulteriore suffragio di tanto, voglio produrre al Tribunale i due rogiti notarili. Uno del 19.12.2001 repertorio 4708 raccolta 8429 in seno al quale si evince che la Tiziana Costruzioni acquistava l’immobile dalla proprietà venditrice Anna Carandante vedova Spena in data 3.3.1994 — dunque non nel medesimo giorno della vendita poi effettuata al Comune dì Marano come mi si contesta – e che a fronte della citata esistenza dell’usufrutto in capo a Furcas Vitalia la società Tiziana Costruzioni corrispondeva alla predetta 15 milioni giustappunto in data 19.12.2001 al fine di acquistarne la piena proprietà onde poi poterlo vendere al Comune. Si badi bene che, come si evince dal rogito medesimo, quella della presenza dell’usufrutto fu una problematica che emerse durante la pendenza di un contenzioso civile intercorso tra altre parti negli anni ’80 e che doveva dunque debitamente risolversi. L’altro rogito che produco pure del 19.12.2001 repertorio 4711 e raccolta n. 8432 ha ad oggetto, invece, l’acquisto da parte del Comune di Marano del Palazzo Merolla dalla società venditrice Tiziana Costruzioni ad un prezzo scaturente da una perizia di stima di un tecnico all’uopo designato. E’ bene precisare che nessuno dei due rogiti fa riferimento al prezzo di acquisto che la società Tiziana Costruzioni ebbe a corrispondere nell’anno 1994 al venditore Carandente che io, personalmente, ignoro.
Voglio precisare ulteriormente che la perizia fu resa dall’ing. Buggè, il quale stimò l’immobile in 1.950.000.000, molto di più di quello che poi effettivamente fu pagato dal Comune (£.1.050.000.000). Infatti la valutazione dell’Ing. Buggè fu decurtata quasi del 50%, vedi delibera di Giunta da me prodotta, dove si decise la decurtazione anzidetta.
In ultimo tengo a precisare che il Palazzo Merolla fu qualificato “Immobile di Interesse Culturale” e dunque, proprio su richiesta della mia amministrazione, sottoposto, in data 14.11.1998, a vincolo della Sopraintendenza ai Beni Culturali e Ambientali. Come da certificazione che produco al Tribunale rilasciatami dal mio avvocato e reperita dal sito internet “Sistema Vincoli in Rete” realizzato dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione. Non c’è dunque alcun dubbio in merito alla sua attendibilità. Siffatto vincolo, oltre a vietare ogni ipotesi di abbattimento, prevedeva come unici interventi assentibili sull’immobile quelli di manutenzione e conservazione annullando di fatto e definitivamente ogni intenzione speculativa (mediante abbattimento e nuova costruzione) che costituiva la ragione unica per la quale la Tiziana Costruzioni aveva a suo tempo acquistato Palazzo Merolla. A seguito di tutto ciò all’impresa. svanita ogni possibilità di business, non restava che disfarsi dell’immobile anche per evitare di doversi accollare le responsabilità e gli oneri inerenti la salvaguardia della pubblica incolumità e per questo accettò di cederlo al comune alla metà del valore espresso nella perizia redatta dall’Ing. Buggé.
Alla luce di quanto esposto continuare a parlare dell’acquisto di Palazzo Merolla da parte del comune come di un favore fatto alla Tiziana Costruzioni (rectius Antonio Simeoli) è decisamente travisare scientemente la realtà visto che la perdita del business che la stessa si era prefissato è totalmente dipendente dalla decisione della amministrazione Bertini di far apporre i vincoli”. Queste le parole dell’ex sindaco.