Marano: L’Avvocatura non può restare in silenzio di fronte al sequestro preventivo dell’immobile che ospita l’Ufficio del Giudice di Pace di Marano di Napoli e alla conseguente sospensione di ogni attività giudiziaria e amministrativa.

Il provvedimento, adottato a seguito di accertamenti delle autorità sanitarie e di sicurezza, certifica ufficialmente una situazione di degrado strutturale e organizzativo gravissimo, tale da mettere a rischio l’incolumità di magistrati, personale amministrativo, avvocati e cittadini. Una condizione ben nota da tempo, più volte segnalata dall’avvocatura, ma colpevolmente ignorata da molti.

Oggi l’Ufficio del Giudice di Pace di Marano è di fatto chiuso. Le udienze civili e penali sono sospese, i fascicoli inaccessibili. Migliaia di procedimenti civili e penali risultano paralizzati, con un danno incalcolabile per i diritti dei cittadini e per il corretto esercizio della funzione difensiva.

L’Avvocatura denuncia con forza che non si tratta di un’emergenza improvvisa, bensì dell’esito inevitabile di anni di disattenzione istituzionale e di mancata assunzione di responsabilità da parte non solo degli enti competenti. Il servizio giustizia non può essere gestito in condizioni di precarietà permanente, né può essere affidato a soluzioni di fortuna che ne compromettono efficienza, sicurezza e dignità. Per tali ragioni il Tribunale ha chiesto la messa a disposizione di locali idonei in cui far proseguire l’attività dell’ufficio sino al termine dell’iter amministrativo di chiusura.

La situazione è ulteriormente aggravata dalla prossima totale assenza di personale amministrativo qualificato: dal 1° gennaio 2026 l’Ufficio resterà privo dell’unico funzionario in servizio. Anche in presenza di locali alternativi, verrebbe comunque meno la possibilità di svolgere le attività essenziali, quali l’iscrizione a ruolo dei procedimenti, la pubblicazione di sentenze e decreti, l’assistenza alle udienze e le attività certificative.

Tale contesto determina una compressione intollerabile del diritto di difesa e del diritto di accesso alla giustizia, garantiti dalla Costituzione, e incide direttamente sulla funzione sociale dell’Avvocatura, che non può essere esercitata in un sistema giudiziario paralizzato e insicuro.

L’Avvocatura chiede con urgenza un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le amministrazioni affinché si attivino per far fronte alla situazione emergenziale sia attraverso l’individuazione di una struttura provvisoria sia attraverso il mantenimento del personale. Ci si è voltati dall’altra parte troppe volte; si è finto di non sentire gli appelli alla responsabilità troppe volte; la giustizia non è un servizio di serie B; e’ necessaria un’assunzione di responsabilità fatta non di parole ma di fatti! Anche se non si è riusciti a mantenere il presidio di giustizia sul territorio non è troppo tardi per mandare un segnale.
In tale scenario, l’Avvocatura non può che rivolgere un appello diretto anche al Ministero della Giustizia, affinché, preso atto dell’inerzia e dell’incapacità degli enti locali di garantire condizioni minime di funzionamento dell’Ufficio, valuti con urgenza l’intervento sostitutivo e la trasformazione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Marano di Napoli in presidio ministeriale.
Il servizio giustizia è funzione essenziale dello Stato e non può essere sacrificato alle carenze organizzative o finanziarie dei Comuni. Quando il livello territoriale fallisce, è dovere dell’amministrazione centrale intervenire per ristabilire legalità, continuità ed effettività della tutela giurisdizionale.
Non è più tempo di rinvii né di soluzioni tampone: anche se il presidio di giustizia sul territorio è stato progressivamente indebolito, non è troppo tardi per compiere una scelta di responsabilità, restituendo dignità, sicurezza e stabilità a un ufficio che serve un’intera comunità e garantisce diritti fondamentali.

Nota stampa Comitato Salviamo il GdP di Marano

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