Melito: Caro Luciano Mottola , mi segnalano un tuo post in cui, sperando di guadagnare consensi che non hai e non avrai, utilizzi la mia immagine e il mio nome per sminuire il valore – già emerso inconfutabilmente al primo turno – della candidatura di Dominique Pellecchia .
Starei per dire che avresti potuto fare di meglio, ma poi ci penso e dico che no, non ne saresti stato capace.
Ho fatto e continuerò a fare campagna elettorale alla luce del sole, da semplice militante e dirigente del Partito Democratico e da sostenitore della coalizione di centrosinistra, condividendo e mettendo in atto le iniziative e le strategie che la nostra candidata a sindaco, nella sua autonomia, ha elaborato.
Non ho bisogno di nascondermi, io. Non ricopro e non aspiro a ricoprire ruoli o incarichi né ad orientare le scelte altrui, sempre libere e genuine.
E se proprio volessi mettermi in mostra, mi basterebbe ricordarti un po’ di cose, visto che la memoria ti difetta.
Sono quello che – per bocca degli stessi indiziati di appartenere alla camorra locale – ha governato Melito impedendo alla criminalità organizzata di fare affari al comune. Di contro, in alcune connesse intercettazioni il quadro che viene fuori per te e per la tua coalizione è a dir poco raccapricciante.
Sono quello che, da consigliere di opposizione, ti ha portato per mano a palazzo Santa Lucia a recuperare per la seconda volta il finanziamento per la piscina comunale, già perso dalla tua parte politica. Finanziamento che tu, da assessore allo sport, hai nuovamente gettato al vento, preferendo fantasticare dello stadio del Napoli a Melito.

Sono quello che, da sindaco, ha preferito farsi mandare a casa piuttosto che piegarsi alle mire di rapaci politici-imprenditori che oggi, dopo aver attraversato tutto l’arco costituzionale dei partiti, ti sostengono per restare aggrappati al potere con le unghie e con i denti.
Sono quello che nel 2013, con un megafono in mano, nella piazza principale del paese, definisti “candidato di cartone”.
Tre giorni dopo perdesti sonoramente le elezioni.
E le perderai anche stavolta, ancor più sonoramente.

Perciò, Luciano, non sono per niente infastidito dal post che hai scritto.
Anzi, ti ringrazio dal profondo del mio cuore per averlo fatto e per avermi dato la possibilità di evidenziare ancora una volta quale politico sono io e quale sei tu.

Venanzio Carpentieri

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