MONDO, leri sera circa centomila persone si sono riuscite in protesta davanti alla Knesset, il Parlamento israeliano con sede a Gerusalemme. Già sabato sera, in migliaia erano scesi in piazza in molte grandi città di Israele, e la mobilitazione continuerà nei prossimi giorni.

Le rivendicazioni del manifestanti sono soprattutto due, e entrambe sono rivolte al governo di Benjamin Netanyahu: servono più sforzi nelle trattative per liberare gli oltre cento ostaggi detenuti a Gaza, e servono elezioni anticipate per dare una nuova guida al Paese.

Uno dei leader della protesta, Moshe Radman, secondo quanto riporta The Times of Israel ha dichiarato: “Siamo qui fino a mercoledì. Prima di tutto, vogliamo le elezioni perché pensiamo che questo governo non rappresenti l’opinione pubblica”.

Chi era in piazza a Tel Aviv anche bloccato l’autostrada principale della città, e la polizia è intervenuta con cannoni ad acqua sui manifestanti davanti al Parlamento a Gerusalemme.

I presenti hanno rivendicato che si trattasse della mobilitazione più grande dall’inizio del conflitto, partito il 7 ottobre 2023. Già nei mesi precedenti non erano mancate le proteste nei confronti del governo di Netanyahu, che poi si erano fermate. Oggi, la richiesta è che il governo si impegni di più nelle trattative, mettendo al primo posto la liberazione degli ostaggi. Per di più, Radman ha detto che le elezioni anticipate dovrebbero svolgersi prima del 13-14 maggio, il Giorno dell’indipendenza.

E leri sera, il primo ministro ha escluso la possibilità delle sue dimissioni in un intervento televisivo: le nuove elezioni, ha detto, bloccherebbero il Paese per mesi e questo renderebbe più complicato portare avanti le trattative anche per quanto riguarda gli ostaggi di Hamas.

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