Oggi 19 gennaio è iniziata la tregua tra Israele e Gaza.
Dal 7 ottobre 2023, il conflitto israelo-palestinese ha provocato un disordine politico-sociale a livello mondiale, provocando quasi 50.000 vittime, tra cui 17.818 bambini, come riporta l’Ufficio stampa del governo di Gaza.
Si tratta di una deposizione momentanea di armi, accordata non in modo semplice tra le parti, che dovrebbe durare circa sei mesi.
È prevista una sorta di “pace”, articolata in tre fasi, affinché vengano rimandati a casa i prigionieri osteggiati nei due territori in guerra.
Inoltre è necessario che vengano inviati maggiori ausili, poiché le condizioni sono sempre più gravi.
I capi di governo avranno modo di incontrarsi tra due settimane, per cercare di trovare punti di incontro e porre fine all’occupazione.
Da specificare che non si tratta di un armistizio, cioè non significa che la guerra sia finita. Israele pare essere per il momento non intenzionato a cessare il fuoco e a ritirarsi dal conflitto, anche se i mediatori devono impegnarsi affinché a qui a breve venga liberata la striscia.
15 mesi da quando la vita di milioni di persone è cambiata, a molte è stata addirittura strappata.
Hanno perso tutto, non hanno più una casa, non ci sono più ospedali, tutto è stato ridotto in cenere.
Il color ocra della sabbia è stato sostituito dal rosso del sangue, in cui sono immersi migliaia di corpi ammassati.
I bambini hanno visto davanti ai loro occhi uomini vestiti da soldati uccidere i propri genitori, fratelli, amici, sconosciuti.
Sono stati strappati dalle braccia spossate ed esili delle madri, sono stati uccisi senza pietà.
Le condizioni già precarie della vita sono state aggravate per sete di potere.
Chissà quanti bambini mai nati sono stati uccisi prima di venire alla luce, quanti sogni sono stati incastrati nei cassetti, quante stelle sono state spente.
Bambini che non saranno più bambini, ma della loro infanzia ricorderanno solo traumi e morti.
Dormiranno immersi nel silenzio circostante, sentendo nelle loro orecchie i rumori delle bombe e degli spari.
Il rosso non sarà più il colore dell’amore, ma il colore del sangue.
Il nero sarà il colore del buio della loro anima.
Nelle guerre non si vince e non si perde, si muore o si sopravvive.
Chi ci muore è sempre chi non c’entra nulla, è sempre chi non avrebbe mai voluto che accadesse.
Palestina libera.