Ci troviamo a Sonaghaci, il quartiere a “luci rosse” di Calcutta, il più grande di tutta l’Asia.
Numerose sono le donne costrette a prostituirsi sin da adolescenti per poter mantenere fratelli, figli, e contribuire all’economia domestica.
La sessualità è vista come un tabù, di fatti sia uomini che donne la vivono in maniera occulta.
Molti sono gli uomini che preferiscono frequentare i bordelli del quartiere, nonostante siano sposati e abbiano figli.
Queste donne sono riuscite a fare di questi luoghi spregevoli dei ginecei, luoghi conviviali in cui le donne non solo condividono spazi, ma di cui ne hanno fatto una piccola comunità.
È una sorta di comunismo quello che ordina la vita all’interno di essa; Esse condividono i propri guadagni e i propri beni.
Si aiutano a vicenda, sono molto coese tra loro. Riescono a ritagliarsi spazi per potersi divertire, senza avere il timore di essere giudicate.
Hanno fondato una banca, in modo che possano versare i loro soldi senza paura di esserne private.
Non c’è più necessità di rivolgersi agli usurai, e nel caso in cui non dovessero riuscire a saldare in tempo i propri debiti, non sono costrette a farsi schiavizzare.
Ovviamente non è corretto pensare che sia diventato tutto così idilliaco ed utopico, infatti i lati oscuri non mancano. Ogni giorno sono costrette a subire maltrattamenti e a mettere a repentaglio la propria salute.
A proposito di ciò, è solo dal 1992 che ci è stata un’apertura verso la prevenzione delle MST, grazie ad un medico ricercatore che andò in missione proprio in questo luogo.
Ora periodicamente si recano nell’ambulatorio di paese per sottoporsi a controlli di routine, che però dato l’arretramento, lasciano il tempo che trovano, così come tutta la sanità. Proprio per questo il tasso di sieropositività all’HIV è altissimo, così come anche il numero di vittime che l’AIDS e tutte le altre malattie provocano.
Ogni giorno devono prestarsi a numerosi rapporti, con uomini diversi. Alcuni sono usuali, altri sconosciuti. Nonostante ciò, in seguito a varie interviste, si può notare una certa consapevolezza da parte loro. Non si sa se si tratta di un artificio mentale per vivere “alla meglio” questa situazione, o ne traggono davvero soddisfazione personale.
Questo è solo uno dei lati oscuri dei paesi sottosviluppati, ma purtroppo di queste realtà ce ne sono tante, anche in luoghi più vicino a noi.
In generale, La società odierna è ancora molto chiusa rispetto alla prostituzione, considerata un’attività illegale, alla quale però ne viene ancora ufficiosamente concesso lo svolgimento , senza garantirne la tutela.
Sarà per convenienza, sarà perché il fenomeno è difficile da contenere, ma moltissime sono le persone che svolgono questa attività da cui traggono guadagno.
Donne, uomini, che siano etero, omosessuali, o transessuali, mettono a rischio la propria vita ogni giorno, dato che a causa dell’assenza di tutela, la cerchia di clienti non è sempre prevedibile, e di conseguenza neanche ciò che potrebbe accadere.
La miglior cosa da fare dinanzi ad un fenomeno ormai profuso, il quale di per sé non reca danni incontenibili e irreversibili, sarebbe riconoscerlo come lecito e fornire tutti gli strumenti necessari per far sì che si svolga nella maniera più cauta e responsabile.