Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime profonda
preoccupazione per la brutale aggressione avvenuta sul lungomare di Napoli, che ha visto coinvolti
un padre e il figlio minorenne. Un episodio di tale gravità, oltre a configurare ipotesi di reato come
le lesioni personali aggravate ai sensi degli artt. 582 e 585 c.p., rappresenta un campanello
d’allarme sulla crescente fragilità educativa e sociale che interessa fasce sempre più ampie della
popolazione giovanile.
Ridurre questi eventi a mere emergenze di ordine pubblico sarebbe fuorviante: si tratta di violazioni
che incrinano i valori fondanti della nostra Costituzione, in particolare gli artt. 2 e 3, i quali
sanciscono i diritti inviolabili della persona e il dovere inderogabile di solidarietà. È dunque
evidente come tali condotte non colpiscano solo le vittime dirette, ma minino l’intera convivenza
democratica.
Alla scuola spetta un ruolo decisivo. La legge n. 92/2019, che disciplina l’insegnamento
dell’educazione civica, attribuisce agli istituti scolastici il compito di promuovere la cultura della
legalità, del rispetto e della responsabilità. Trasformare questi principi in esperienze formative
concrete significa offrire ai giovani alternative costruttive alla logica della violenza.
Per questa ragione il CNDDU lancia un appello al Ministero dell’Istruzione e del Merito affinché
venga varato un Piano Nazionale di Antiviolenza Giovanile nelle scuole, articolato su tre assi
fondamentali: educazione alla legalità, percorsi di mediazione dei conflitti e programmi di giustizia
riparativa. Tale piano dovrebbe includere moduli obbligatori di educazione civico–giuridica, attività
laboratoriali per la gestione non violenta delle divergenze e collaborazioni strutturate con enti locali,
tribunali per i minorenni e associazioni territoriali.
A ciò andrebbe affiancata l’attivazione di sportelli psicologici permanenti in ogni istituto, capaci di
intercettare e prevenire situazioni di disagio latente, oltre a campagne di sensibilizzazione sui social
media, strumenti ormai imprescindibili per dialogare con le nuove generazioni.
Il Patto educativo di corresponsabilità richiama inoltre le famiglie a un impegno concreto e
condiviso: solo attraverso una reale cooperazione tra scuola, genitori e comunità si potranno
trasmettere modelli positivi e consolidare competenze relazionali utili a prevenire la spirale di
aggressività.
Il CNDDU ribadisce che il rafforzamento dei controlli, pur necessario, non è sufficiente se non
accompagnato da un progetto educativo organico e duraturo. Ai nostri studenti deve giungere un
messaggio inequivocabile: la vera forza non risiede nella sopraffazione, ma nella capacità di
ascoltare, dialogare e rispettare l’altro.
Esprimiamo solidarietà al padre e al figlio aggrediti e auspichiamo che questa drammatica vicenda
divenga occasione per costruire un impegno corale delle istituzioni, delle famiglie e delle scuole
verso un modello educativo capace di tutelare i diritti umani, rafforzare la sicurezza collettiva e
restituire fiducia nella convivenza civile.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU


