Napoli: A pagare il taxi con bancomat o carta di credito è un miraggio. Sono in pochi ad averlo a bordo e chi ce l’ha spesso adduce scuse di ogni tipo. È una piaga che patiscono tutti: cittadini napoletani e turisti, senza alcuna distinzione.
Sono 2360 le vetture bianche in città dotate di licenza di trasporto pubblico non di linea; di queste soltanto la metà, ovvero una su due, è dotata di Pos.
Ma soltanto una su dieci permette all’utente il pagamento della tariffa mediante moneta elettronica attraverso carte di credito, di debito o prepagate.
La maggior parte dei tassisti conserva il Pos nel bagagliaio o nel cruscotto dell’auto.
Il pagamento con carta metterebbe fine a questo cattiva usanza, che non fa altro che danneggiare un’intera categoria composta per lo più da persone perbene e oneste. Un modo per aggirare l’ostacolo sarebbe quello di utilizzare le app, collegate direttamente alla carta di credito o prepagata. A Napoli ce ne sono 4: Free now, Uber taxi, Wetaxi, It Taxi. Prenotando la vettura con uno di questi sistemi, l’utente pagherà la tariffa tramite accredito su conto corrente. Purtroppo in città soltanto sei vetture su dieci hanno aderito a queste piattaforme: circa 1400 tassisti su 2360.
Il presidente della commissione Mobilità del Consiglio comunale Nino Simeone incalza: “Valuteremo con l’assessore competente e il dirigente di predisporre come in altri grandi Comuni l’obbligo del Pos a bordo. Prima di tutto nell’interesse dei tassisti, che spesso nei turni di notte vanno incontro a rapine e ai male intenzionati. Convocheremo a stretto giro una commissione su questo tema, invitando le cooperative e i sindacati, che siamo sicuri vorranno tutelare i propri iscritti e far sì che Napoli diventi una città più europea. Chiaramente non vogliamo che i costi delle commissioni dovute al Pos siano un aggravio per i tassisti. Verificheremo se è possibile creare delle convenzioni con gli istituti di credito”.