“Senza voler considerare i decreti dei singoli ministeri e le ordinanze della protezione civile, sono ben 15 i provvedimenti assunti dal Governo dal 31 gennaio 2020 su misure atte a contenere il Covid-19. Pensavamo che con il Decreto “Cura Italia” si fosse toccato il fondo, in quanto ad incertezze e confusione, ma oggi con il nuovo Decreto per contenere l’emergenza epidemiologica, abbiamo raggiunto il massimo”. Il Segretario Generale dell’UGL Chimici Luigi Ulgiati boccia gli ultimi provvedimenti per contrastare la diffusione del virus in Italia: “L’UGL Chimici –
sottolinea Ulgiati – già da diverse settimane aveva chiesto a più riprese e a gran voce al Governo, la chiusura di tutte le attività non essenziali, ma proprio quando finalmente si è palesata una possibile azione in tal senso, abbiamo capito che si trattava di un ennesimo pasticcio. Infatti, dopo aver letto il nuovo decreto sulla Gazzetta Ufficiale nr. 76 del 22 marzo e verificate tutte le eccezioni contenute, ma soprattutto dopo aver preso visione dell’allegato 1 con ben 97 codici ATECO (Attività Economiche), abbiamo capito che nulla è cambiato. Infatti sono veramente poche quelle attività messe al bando fino al prossimo 3 aprile. In molte aziende, da nord a sud – prosegue il Segretario – sono scoppiati anche scioperi spontanei proprio per manifestare tutto il disappunto e le difficoltà che si riscontrano nei luoghi di lavoro. Nonostante siano stati registrati numerosi casi positivi e purtroppo diversi decessi, non sempre nei luoghi vengono attuate tutte quelle misure basilari per evitare i contagi. Spesso mancano i dispositivi di protezione, non sono state prese misure per contingentare i flussi del personale negli spogliatoi o nelle mense, non sempre vengono misurate le temperature corporee all’ingresso dei luoghi di lavoro. Non vorremmo arrivare a proclamare scioperi nel Paese, soprattutto in una fase così delicata, ai tanti problemi è pericoloso aggiungere anche quello dello scontro sociale. Dobbiamo creare invece le condizioni per un maggior dialogo, tra imprese e lavoratori, nonostante i continui disorientamenti che ci arrivano da chi dovrebbe governare questa emergenza. Pretendiamo dalle imprese una corretta applicazione di regole per impedire contagi, per salvaguardare la salute del singolo lavoratore e della collettività, ma anche per la salvaguardia della azienda stessa”. A tal fine la proposta dell’UGL Chimici è chiara: “Vanno istituiti in ogni unità produttiva, i Comitati Paritetici per l’applicazione delle norme di contrasto al Covid-19, se occorre anche ricorrendo al supporto delle Prefetture. Questa è una fase dove il risultato di un’impresa si misura nella capacità di mantenere integro il bene più importante, i propri dipendenti. Siamo consapevoli che tutte queste azioni non risolveranno il problema che abbiamo, ma sicuramente ci conducono sulla strada giusta per combattere questa guerra. È per questo che responsabilmente chiediamo ai lavoratori che in questo momento si stanno sacrificando anche con costi molto elevati, di essere molto attenti, non entrare nel vortice della tensione, non farsi trascinare da facili impeti di disfattismo, ma rimanere lucidi e vigili al rispetto delle norme da parte delle imprese. È in questi momenti – conclude Ulgiati – che occorre dimostrare il proprio valore, la consapevolezza del proprio ruolo, altresì valuteremo caso per caso anche l’opportunità di azioni forti”.

Per molte persone purtroppo non basta leggere la Gazzetta Ufficiale. Poiché non hanno la capacità di capire le direttive che impone. Il presidente Conte puntualmente fa delle dirette fb e TV che hanno anche il compito di chiarire alcuni punti. Dato che è palese che le sue apparizioni televisive nn sono fini ad ottenere notorietà. Pertanto invito chi non riesce a comprendere le finalità dei codici ateco elencati a sentire la prossima volta le conferenze del Presidente. Infatti l’ultima volta ha spiegato che purtroppo non è possibile chiudere tutte le attività collaterali che sono sinergiche per il corretto funzionamento di quelle primarie. Ha anche fatto l’esempio di quando andiamo al supermercato per acquistare la carne. Che si trova confezionata in una vaschetta di plastica sigillata con una pellicola trasparente e con sopra un etichetta. Questo è un classico esempio lampante, di come ci sia bisogno della produzione di tali materiali. Per tutte le altre attività va da sé che bisogna trovare il nesso con le principali attività produttive con le quali sono sinergiche. Ad esempio l’attività informatica va intesa come assistenza o rifornimento per quelle attività che devono stare per forza aperte… farmacie, supermercati, ospedali…. Che magari hanno bisogno di assistenza per le loro postazioni informatiche, indispensabili per il proseguo della loro attività. E così via. Per taluni quindi che nn rientrano nella produzione di materiali affini alle esigenze possono stare chiusi, anche perché nessuno glielo impedisce. Lo stesso per i titolari di p. Iva, infatti non significa che facendo parte delle attività elencate devono per forza continuare ad operare se il loro impegno non è indispensabile ma possono intervenire quando ne viene comprovata l’urgenza (così come dice il decreto… “da comprovate esigenze lavorative” ) . Spero che da questo commento possa nascere un articolo atto a dare un pò di chiarezza a chi accende la TV ma chiude le orecchie.