Roma: Il governo pone la fiducia sul decreto Aiuti al Senato.
Salta anche l’ultima ipotesi di mediazione con i Cinque Stelle lanciata dal ministro pentastellato D’Incà (e cioè ok al testo senza fiducia).
Dal Pd il segretario Enrico Letta fa sapere di non essere disposto a a tirare avanti chicchessia. In Parlamento “diremo che siamo disponibili a una continuazione di questo governo Draghi, non siamo disponibili a tirare avanti chicchessia: se non ci saranno le condizioni, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani e noi saremo pronti ad andare di fronte agli italiani con il nostro progetto per il futuro dell’Italia. Se quello che verrà detto in Parlamento è differente, vorrà dire che si andrà di fronte agli italiani e noi siamo pronti a prepararci per questa campagna elettorale”.
Una maggioranza senza il M5s “a me sembra un’ipotesi totalmente improbabile. Dopodiché il Parlamento è sovrano, quindi ascolteremo tutti”, ha detto Letta.
L’ex M5s Luigi di Maio attacca gli ex compagni di partito: “I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale”, ha affermato il ministro degli Esteri.
Senza un appoggio chiaro, avrebbe ribadito il premier Mario Draghi direttamente a Conte nel corso di una telefonata, l’esperienza del governo è da considerarsi finita. Il Pd e la Lega lo mettono a verbale, qualsiasi strappo segnerebbe la fine dell’esperienza a Palazzo Chigi. E si andrebbe – avvertono Salvini e Letta – dritti verso nuove elezioni. Con il partito di via Bellerio che rimarca: “senza il voto dei pentastellati la maggioranza non c’è più”. E Giorgia Meloni che aggiunge: “Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!” In Senato “non possiamo che agire con coerenza e linearità” rispetto a quanto fatto alla Camera sul dl aiuti, “i cittadini non comprenderebbero una soluzione diversa”, ha spiegato Conte, che nella telefonata con Draghi ha registrato “la sua disponibilità” ma senza accontentarsi di “impegni: occorrono concrete misure”. L’ex premier rivendica al M5s il ruolo di “unica forza politica che sta incalzando il governo sulle emergenze”, e anche l’importanza del Reddito di cittadinanza, avvertendo – anche alzando la voce – che “non permetteremo mai che venga smantellato”.
