POLITICA, L’accordo è chiuso, «blindato». Gaetano Manfredi sarà il prossimo presidente dell’Anci. Toccherà a lui essere il successore di Antonio Decaro.
L’assemblea dell’Associazione dei Comuni, che si riunisce da domani fino al 22 novembre al Lingotto di Torino, quasi certamente incoronerà il primo cittadino partenopeo «sindaco dei sindaci». E lui,l’ex rettore, parla già da leader dell’associazione. 

In un video diffuso ieri, Manfredi ha anche annunciato la sua linea politica: «Partire dai Comuni per una fase di crescita e cambiamento: più poteri ai sindaci», è stato il suo slogan. «Oggi — sono state le sue parole — dobbiamo rilanciare la sfida partendo dai Comuni, dalle grandi città e dai piccoli Comuni delle aree interne e delle aree costiere, per fare in modo che ci sia una nuova fase di crescita e di cambiamento che tutti ci chiedono». Ed ancora: «Viviamo una stagione complessa nella quale problemi economici, riduzione del potere d’acquisto, contrasti sociali e difficoltà lavorative e abitative rendono il vivere molto difficile». E dunque, «partire dalle città con nuovi strumenti di innovazione, passando da una riforma incisiva delle autonomie locali che dia poteri e risorse ai sindaci per consentire loro di dare risposte reali ai bisogni dei cittadini che crescono sempre di più. Solo mettendo al centro città e Comuni — ha concluso — l’Italia potrà davvero cambiare». 

Il via libera a Manfredi — sarebbe il primo sindaco di Napoli ad assumere questo incarico — è giunto domenica scorsa. A poche ore dall’assemblea, il Pd ha definito l’intesa sul nome di Manfredi mettendo assieme le tante correnti dem evitando così la contrapposizione e la spaccatura Nord-Sud verso cui si rischiava di arrivare. Oltre a scongiurare di arrivare al discorso di Mattarella — fissato per domani alle 17 al Lingotto — con una spaccatura sul nome del presidente. Il quale, va chiarito, non è che lo decida il Pd per statuto. M il Partito democratico, con i suoi tanti sindaci in Italia, quindi i delegati regione per regione, è concretamente l’«azionista di maggioranza» dell’Anci. 

La fumata bianca su Manfredi è arrivata dopo una riunione in videoconferenza al Nazareno; riunione alla quale hanno partecipato tutti gli attori di questa lunga vicenda, per poi chiudere, salvo colpi di scena, sul nome del sindaco napoletano. Il quale, a differenza del competitor Stefano Lo Russo, governa una delle poche amministrazioni italiane dove il campo largo è vivo, esiste davvero. La convergenza sul sindaco di Napoli è stata trovata anche per il suo profilo tecnico — anche se di area —, che non dispiace ai sindaci di centrodestra. Ma l’accordo interno ai dem è più ampio. E prevede che Lo Russo, lo sfidante che oggi, da sindaco di Torino, farà anche da padrone di casa, diventi il vice di Manfredi in Associazione, entrando anche nella segreteria nazionale pd con l’incarico di coordinatore dei sindaci». 

«L’accordo su Manfredi è un’ottima notizia. Il sindaco di Napoli è un profilo di altissimo livello, ha tutte le carte in regola per guidare l’Anci con grande competenza e autorevolezza», sono le parole di Antonio Misiani, senatore e commissario del Pd Campania. «Per Napoli e per il Mezzogiorno — spiega Misiani — quanto sta venendo avanti è un fatto estremamente importante, a maggior ragione in una fase in cui purtroppo tornano i tagli di Bilancio agli enti locali, con una forte penalizzazione per i Comuni del Sud, e la legge sull’autonomia differenziata è un fattore di aspra divisione per il mondo politico e istituzionale». 

Significativa, ma non del tutto inattesa, la posizione di Piero De Luca, figlio del governatore Vincenzo — con cui Manfredi non ha più alcun rapporto — che ha definito «un’ottima notizia l’intesa raggiunta a livello politico», pur precisando che «ovviamente sono i sindaci che votano e voteranno. Manfredi — ha detto De Luca Jr, pareggiando almeno nelle dichiarazioni il sostegno che Massimiliano Manfredi, fratello del sindaco di Napoli, ha dato a De Luca sul voto nel terzo mandato — per quanto mi riguarda sarà un ottimo presidente dell’Anci, una figura di garanzia che consentirà all’Anci di essere anche un autorevole interlocutore con il Governo, sperando che possa difenderlo da tagli che purtroppo l’Esecutivo, anche in quest’ultima legge di Bilancio, ha previsto per Comuni, Regioni, Province, Città metropolitane».

FONTE Corriere del Mezzogiorno

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