Poche affermazioni di verità storica vanno rammentate o fatte conoscere a chi non ha
vissuto quei momenti. I Referendum in Italia, quasi sempre hanno introdotto scelte
che sono divenute leggi. Norme che, di fatto, la società e parte della politica spingeva
e perseguiva nella quotidianità del vivere di milioni di cittadini. Valgano per tutti i
referendum sul divorzio, sull’aborto, contro il nucleare, per l’acqua pubblica, contro
la “protezione” giuridica a Berlusconi. Proprio in questo ultimo caso, nel 2011,
quando alle urne si presentò il 55% degli elettori, il SI in modo schiacciante, 95%
sconfisse la linea politica vigliacca scelta dalla destra berlusconiana al governo che
chiese ai cittadini di non andare a votare. Fu l’inizio della fine di quella stagione.
Perchè questo nostro controverso Paese, pure quando fa vincere la destra, nella sua
anima di partecipazione democratica odia che qualcuno, chicchessia, gli dica: stattene
a casa, vattene al mare, che ci pensiamo noi! Ora ad anni di distanza, su temi non
banali, ma, appunto, come quelli che storicamente hanno segnato positivamente il
nostro Paese, i cittadini, gli elettori, sul lavoro e sulla cittadinanza, possono difendere
e reimmettere (perchè esistevano e colpevolmente sono state cassate – pure da alcuni
sostenitori di questi referendum che si sono resi conto oggi di aver profondamente
sbagliato governando in quel modo-) nella applicazione delle norme sul lavoro e
cittadinanza: tutele, salvaguardia della sicurezza, giustizia sociale minima, diritti di
cittadinanza. Questa azione positiva è possibile grazie soprattutto al contributo che i
SI possono dare in questa occasione, per questi 5 referendum. Ma soprattutto, e vale
anche per i moderati e per gli elettori di destra che non rinunciano al loro ruolo di
partecipazione senza fuggire vigliaccamente dal campo di confronto, va sconfitta la
chiamata all’astensione. Non partecipare può creare un doppio paradosso: che la
destra perda senza aver contestato il merito; oppure che il governo vinca fuggendo
dal campo di gioco! E’ comunque un attacco alla democrazia e alla partecipazione sia
concretamente per ogni cittadino elettore che viene spodestato e invitato a lasciare ad
una piccola casta le decisioni; sia politicamente perchè mostra un volto “unito” della
destra non nella propria consapevolezza del merito, ma nei reciproci ricatti politici
che hanno per obiettivo solo il mantenimento del potere della casta sempre più
ristretta. Come comunisti, non solo a difesa della Costituzione e della partecipazione
democratica, ma proprio per rimettere il lavoro e i diritti al centro, voteremo i 5 SI
referendari. Perchè l’attacco ai lavoratori (salari, diritti, morti/omicidi sul lavoro etc.)
abbiano fine e torni una stagione di protagonismo dei lavoratori in Italia!

Comunicato stampa PCI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

L'Altra Notizia

You cannot copy content of this page