Pompei: continua a stupire il mondo e a svelare nuovi tesori. Nei nuovi scavi che sono stati ripresi grazie al progetto di manutenzione e restauro della Regio V è riaffiorato un Termopolio perfettamente conservato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali con colori talmente accesi e vivi da apparire quasi tridimensionali.

In qualche modo questa scoperta ci riguarda: il Termopolio (Thermopolium) era la tipica rivendita di cibi e bevande calde affacciata su strada. È il progenitore dei nostri contemporanei fast food- tavole calde: la riprova di ciò che era già noto, cioè che i romani hanno anticipato di duemila anni le grandi catene americane. 

Qui le foto dell’eccezionale ritrovamento

A colpire, in particolare, è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce degli alimenti venduti in strada. Era infatti abitudine dei pompeiani, come in tutto il mondo dell’antica Roma, consumare all’aperto cibi e bevande calde. Gli studiosi del Parco archeologico di Pompei stanno già analizzando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana. 

Entusiasta il ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini: «Con un lavoro di squadra, che ha richiesto norme legislative e qualità delle persone, oggi Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione, tornando a essere uno dei luoghi più visitati in Italia in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa». 

Spiega Massimo Osanna, nuovo direttore generale dei Musei al ministero e direttore ad interim del Parco Archeologico di Pompei: “Oltre a trattarsi di un’ulteriore testimonianza della vita quotidiana a Pompei, le possibilità di analisi di questo Termopolio sono eccezionali, perché per la prima volta si è scavato un intero ambiente con metodologie e tecnologie all’avanguardia che stanno restituendo dati inediti. All’opera è un team interdisciplinare composto da un antropologo fisico, archeologo, archeobotanico, archeozoologo, geologo, vulcanologo: alle analisi già effettuate in situ a Pompei saranno affiancate ulteriori a analisi chimiche in laboratorio per comprendere i contenuti dei dolia, cioè contenitori in terracotta”.

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