Domenica ci siamo svegliatɜ con l’ennesima notizia di violenza maschile, e questa volta Pozzuoli è stata teatro del tentato femminicidio di Gaia.

La storia è quasi sempre la stessa: c’è un uomo che non accetta la fine di una relazione e ricorre alla violenza fisica.
Anche sabato notte l’ennesimo uomo ha aggredito l’ennesima donna, pretendendo di avere il controllo sulle sue scelte e sulla sua vita.
La notizia non ci suona nuova perché tutti questi episodi sono l’espressione di una realtà di violenza quotidiana che accomuna tutte noi donne.
In questi episodi non ci sono mostri e malati, ma c’è solo cultura della violenza, di mancanza del consenso e di possesso: tutto questo significa parlare di patriarcato.
La stessa cultura patriarcale gode della complicità delle istituzioni a più livelli: quando le nostre denunce vengono minimizzate, quando quei presidi territoriali fondamentali come centri antiviolenza e consultori sono carenti, quando non ci sono asilo nido e siamo costrette a rinunciare al lavoro, in tutti questi casi ci stanno negando tutele e diritti.
Anche il recente ddl femminicidi del governo Meloni dimostra che le soluzioni che vengono offerte sono sempre le stesse, ossia sempre più pene e sempre più severe, senza andare ad intervenire nella prevenzione e sulle radici sistemiche della violenza patriarcale.
La storia di Gaia è la storia di tutte noi, non vogliamo più contare violenze e femminicidi, non vogliamo colpevoli e pene esemplari, non ci bastano le iniziative di sensibilizzazione, vogliamo un reale cambiamento che sia politico e culturale.
Per Gaia e per tutte, ci vogliamo libere e vive!

Comunicato stampa Potere al Popolo

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