Giovanni Pascoli, nella sua celebre poesia X Agosto, utilizza l’immagine celestiale delle stelle cadenti per simboleggiare le lacrime di dolore e di sofferenza per la perdita del padre.
Secondo la tradizione, san Lorenzo fu arso vivo il 10 agosto del 258; anche in questo contesto, le lacrime del martirio del Santo sono metaforicamente accostate allo sciame di meteore che cadono.
Il 10 agosto è la data in cui ci si perde a contemplare il cielo con il naso all’insù, sperando di vedere una stella per esprimere un profondo desiderio che, si crede, possa avverarsi; questa notte è ricca di magia, la si avverte sottopelle.
Immaginare che una scia luminosa possa avere la forza di realizzare i desideri è incanto e suggestione, un concetto che va al di là della bellezza del mondo e del creato.
Probabilmente, i sogni da realizzare si aggrappano alla coda delle “stelle” e vengono trascinati in un mondo fatto di incantesimi, di piume leggere e di fiori oro e argento che profumano di un odore dolciastro; per ogni stella un desiderio; per ogni desiderio una goccia di possibilità che placa la sete nel corpo, quella del volere; per ogni goccia la speranza che “quel” desiderio si realizzi e non solo a metà.
«L’impossibile resta tale fino a che non diventa possibile». Felice san Lorenzo!