A cura dell’Avvocato Lelio Mancino
Negli anni ’70 e ’80 migliaia di cittadini italiani hanno contratto gravi malattie come epatite C e HIV a seguito di trasfusioni di sangue e somministrazione di emoderivati non controllati. Su questo fronte, da oltre trent’anni, l’Avvocato Maurizio Albachiara è tra i principali legali attivi nelle cause legate al cosiddetto “sangue infetto”, lavorando per il riconoscimento dei diritti e il risarcimento delle vittime.
“Quando ho incontrato i primi pazienti – dichiara Albachiara – ho compreso che non si trattava di casi isolati, ma di una responsabilità collettiva. Persone che si erano affidate al sistema sanitario si sono ritrovate con patologie irreversibili. Da allora mi dedico a loro per dare voce a chi rischiava di rimanere in silenzio”.
La strada giudiziaria è stata lunga e complessa. Procedimenti articolati e cartelle cliniche spesso incomplete hanno reso difficile il percorso, ma i tribunali hanno progressivamente riconosciuto la responsabilità dello Stato, aprendo la via a indennizzi e risarcimenti. “La differenza è chiara – spiega Albachiara – l’indennizzo è un sostegno economico automatico, mentre il risarcimento richiede l’accertamento della colpa e la quantificazione del danno subito”.
Nonostante i progressi, il cammino non è concluso. “Oggi esistono strumenti più rapidi, come le transazioni, ma resta fondamentale intraprendere le azioni giuste con il supporto di professionisti esperti. Ogni vittima ha diritto non solo a un riconoscimento economico, ma anche al rispetto della propria storia e della propria dignità”.
Albachiara conclude con un appello alle vittime che ancora non hanno intrapreso azioni legali: “La giustizia può sembrare lenta, ma è possibile ottenere un riconoscimento. È un dovere non solo verso se stessi, ma verso la collettività, affinché errori di questa portata non si ripetano mai più”.

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