Napoli: Sfrattati perché abusivi e costretti a pagare le spese processuali di 10 mila euro. È questa la sorte toccata a Gridas, l’associazione culturale che da anni si occupa del riscatto di un quartiere difficile come Scampia organizzando anche il Carnevale. Presto Gridas dovrà lasciare la struttura di via Monterosa perché occupata ‘senza titolo’.
Gli attivisti del Gridas rispondono alla sentenza civile rilanciando la mobilitazione “Il Gridas non si tocca”: “Come un fulmine a ciel sereno – scrivono – mentre eravamo ancora presi dall’entusiasmo per il 40° Corteo di Carnevale di Scampia che ha riportato per le strade centinaia di persone a riappropriarsi degli spazi comuni e delle proprie vite dopo due anni di pandemia, è arrivata la sentenza del processo civile intentato dallo ex-Iacp al Gridas: condannati. Non ci stiamo e interpelliamo nuovamente le istituzioni pubbliche affinché si facciano carico della questione nella speranza che questa volta, mentre Mirella La Magna e il Gridas vengono riconosciuti ufficialmente da Procida Capitale della Cultura 2022 come presidio culturale destinatario di una delle 22 lettere sul futuro ‘perché la cultura è un diritto’, si riesca a uscire una volta per tutte da questa paradossale contraddizione che si trascina da troppi anni ormai”.
Immediatamente è scattata una mobilitazione per salvarla da parte di intellettuali e politici.
Il senatore Sandro Ruotolo e lo scrittore Maurizio de Giovanni scrivono: “Il Carnevale di Scampia con i carri allegorici, le maschere, le bande musicali senza il Gridas non esisterebbe. Il Gridas è il carnevale di Scampia. Il Gridas è la variopinta umanità. Il Gridas non si tocca. Napoli non può rischiare di perdere un’istituzione culturale, un centro sociale di pubblica utilità, una storia in discontinuità come il Gridas, l’associazione fondata da Felice Pignataro e Mirella La Magna che dal 1981, prima di tutti, presente e operante nel deserto di Scampia dove ha portato l’arte, la didattica, le buone pratiche, il cineforum e tanto altro al servizio della comunità. La sentenza di ieri del processo civile che contesta al Gridas l’occupazione senza titolo dei locali dell’immobile di proprietà dell’ex Iacp e ordina l’immediato rilascio della struttura condannando l’associazione al pagamento di 10mila euro, ci obbliga tutti alla mobilitazione, all’impegno, al dare una mano e cogliere l’inadeguatezza di una burocrazia che a volte appare sorda, cieca e muta. L’auspicio e l’appello lo rivolgiamo al Comune di Napoli e alla Regione Campania affinchè riescano a trovare con celerità una soluzione amministrativa a una vicenda che si trascina colpevolmente da troppi anni. Il Gridas è un baluardo contro il degrado, il vero vaccino contro la subcultura e i disvalori della camorra, un riferimento irrinunciabile che attraverso l’esempio laborioso, lo stare insieme, il ritrovarsi contribuisce da oltre 40 anni a progetti di vita alternativi”.
Venerdì 18 marzo alle 18.30 si terrà un incontro “per una riunione di coordinamento per definire la mobilitazione”. Sui canali social del Gridas viene inoltre rilanciata “la lettera aperta di sostegno al Gridas scritta per l’ultima udienza del processo civile nell’ottobre 2020. Il Gridas è di tutti, il Gridas non si tocca, giù le mani dagli spazi sociali”, concludono gli attivisti.