Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda e
crescente preoccupazione davanti ai dati diffusi dall’INAIL relativi agli infortuni scolastici
registrati nei primi dieci mesi del 2025. Le 64.391 denunce raccolte, con un incremento del 4,7%
rispetto allo stesso periodo del 2024, non rappresentano soltanto un fenomeno statistico: segnalano
un peggioramento evidente nella capacità del sistema educativo di garantire ambienti realmente
sicuri, come previsto dall’articolo 3 della Costituzione, che impegna la Repubblica a rimuovere gli
ostacoli che limitano la piena realizzazione della persona, e dall’articolo 2087 del Codice civile, che
obbliga l’ente datore di lavoro – in questo caso lo Stato – ad adottare tutte le misure utili a tutelare
l’integrità fisica e morale di chi opera negli ambienti scolastici.
Particolarmente allarmante è il dato relativo all’età degli studenti coinvolti: tre su quattro non hanno
ancora compiuto 15 anni. Una simile vulnerabilità, concentrata nelle fasce più giovani, richiama
direttamente quanto sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza
(ratificata con Legge n. 176/1991), che impone agli Stati di garantire ambienti idonei alla sicurezza,
alla crescita e allo sviluppo armonico dei minori. Se la scuola non riesce più a garantire questo
diritto elementare, è necessario interrogarsi seriamente sulla solidità del sistema di prevenzione in
vigore.

Il fatto che il 97% degli incidenti avvenga durante le ore scolastiche conferma che non si tratta di
eventi sporadici o imprevedibili. È una fragilità strutturale riconducibile all’organizzazione interna,
ai livelli di vigilanza, allo stato degli edifici, alla gestione degli spazi comuni e delle attività
laboratoriali. Il nostro Paese dispone di un quadro normativo articolato, dal Testo Unico sulla
Sicurezza (D.Lgs. 81/2008) alle norme introdotte più recentemente per il settore scolastico, come il
D.Lgs. 105/2022 sulla gestione del rischio. Tuttavia, l’applicazione di tali disposizioni risulta
disomogenea, spesso influenzata dalle diverse disponibilità degli enti locali, dalle condizioni
dell’edilizia scolastica o dalla mancanza di risorse dedicate.
Il calo degli infortuni mortali rispetto al 2024 è certamente un dato positivo, ma non deve ridurre la
percezione della gravità del fenomeno complessivo. Un singolo caso grave a scuola rappresenta una
violazione del diritto alla sicurezza tutelato dall’articolo 32 della Costituzione. L’obiettivo non può
essere semplicemente quello di ridurre gli episodi più drammatici, ma di adottare misure strutturali
per prevenirli in modo sistematico, come richiamato più volte dalla giurisprudenza costituzionale in
materia di tutela dei minori.

Per queste ragioni, il CNDDU rivolge al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara,
un appello chiaro e urgente. Non basta proseguire con interventi episodici o iniziative isolate: è
necessario un quadro legislativo organico che aggiorni e rafforzi le attuali tutele, definendo con
precisione responsabilità, standard minimi, controlli indipendenti e procedure obbligatorie.
L’attuale normativa, che include anche il D.P.R. 275/1999 sull’autonomia scolastica e il D.Lgs.
112/1998 relativo alle competenze degli enti locali sugli edifici scolastici, deve essere ripensata in
modo da evitare interpretazioni frammentarie e difformità operative.
Una riforma efficace deve garantire standard uniformi di sicurezza in tutto il territorio nazionale,
rendere trasparenti le condizioni degli edifici, assicurare risorse certe e stabili, tutelare gli studenti
nelle attività laboratoriali, motorie e in tutti i contesti a rischio. La sicurezza non può restare affidata
alla buona volontà dei singoli istituti o degli enti locali, né può dipendere dalle disuguaglianze
territoriali.
La protezione degli studenti non è un adempimento amministrativo: è il fondamento del diritto allo
studio sancito dall’articolo 34 della Costituzione. Senza sicurezza, non esiste apprendimento
autentico, non esiste serenità educativa, non esiste pieno sviluppo della persona.

Il Coordinamento invita il Ministro Valditara ad avviare con urgenza un percorso legislativo
coraggioso, coerente con i principi costituzionali e con gli obblighi internazionali dell’Italia,
affinché la scuola torni a essere un luogo dove la tutela della vita e della crescita dei giovani non sia
solo un principio proclamato, ma un impegno concreto e quotidianamente garantito.

prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

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