Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani richiama l’attenzione
sull’urgenza di ripensare il clima di classe come fattore determinante per l’efficacia della didattica e
per il benessere degli studenti. Non si tratta di slogan sulla “convivenza civile” né di accenti
retorici, ma di un lavoro quotidiano, consapevole e strutturato, che coinvolge l’intera comunità
scolastica. Studi recenti mostrano come le classi in cui prevalgono cooperazione, ascolto attivo e
supporto emotivo registrino una riduzione dei comportamenti aggressivi del 28% e un incremento
della motivazione intrinseca superiore al 30%. Al contrario, ambienti caratterizzati da conflitti non
gestiti, isolamento e mancanza di attenzione alle relazioni interpersonali producono disaffezione,
dispersione scolastica e aumento dei fenomeni di bullismo, come confermato dai dati dell’ultimo
rapporto nazionale INVALSI.
Il clima di classe non è un fatto occasionale ma il risultato di pratiche costanti che favoriscono la
partecipazione e la responsabilità degli studenti. Esperienze di scuole italiane che hanno adottato
strategie basate sulle neuroscienze educative mostrano che interventi mirati alla cooperazione attiva
e alla sicurezza emotiva aumentano la memoria di lavoro, la creatività e la capacità di problem
solving. In alcune scuole di Milano e Bologna, l’introduzione di laboratori cooperativi e sessioni di
peer learning ha ridotto la conflittualità e aumentato la partecipazione alle attività didattiche fino al
25%, dimostrando come la cura delle relazioni e dell’ambiente sia strettamente collegata
all’apprendimento.
Le ricerche in psicologia positiva sottolineano che il riconoscimento delle emozioni, l’empatia e la
capacità di autoregolazione sono determinanti per costruire comunità inclusive. Un docente che
promuove ascolto, confronto e riflessione attiva non trasmette solo contenuti, ma abilità di vita,
resilienza e senso civico. In un mondo dove le sfide sociali e digitali richiedono cittadini autonomi e
consapevoli, il ruolo della scuola va oltre il programma ministeriale: deve essere laboratorio di
diritti umani, cooperazione e partecipazione.
Il Coordinamento invita dunque tutte le scuole a investire in strategie sistematiche, basate su dati,
ricerca educativa e monitoraggio continuo del clima, perché solo un ambiente che integra attenzione
socio-emotiva, cooperazione e partecipazione reale può trasformare gli studenti in cittadini
competenti e consapevoli. La scuola non è un contenitore di informazioni, ma un ecosistema di
relazioni e crescita, e il clima di classe rappresenta la sua infrastruttura invisibile ma decisiva.
Oggi, più che mai, le scuole che sperimentano pratiche di mentoring tra pari e laboratori di
cittadinanza attiva dimostrano come il coinvolgimento emotivo e sociale degli studenti generi
apprendimento significativo e sostenibile. La formazione docente deve integrare strumenti di
osservazione scientifica, analisi dei dati comportamentali e metodologie di facilitazione emotiva. Le
esperienze degli ultimi due anni, segnati dalla pandemia e dalla didattica a distanza, hanno
confermato che l’assenza di contatto sociale può ridurre fino al 40% la partecipazione attiva degli
studenti, rendendo evidente quanto il clima di classe non sia un accessorio ma la vera infrastruttura
del successo educativo. Investire in relazioni, ascolto, progettazione condivisa e strumenti
innovativi significa garantire non solo conoscenze, ma cittadini consapevoli, resilienti e capaci di
cooperazione, preparati ad affrontare le sfide di un mondo complesso e interconnesso.

prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

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