Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda
solidarietà ai docenti fuorisede, protagonisti del reportage pubblicato dal Corriere della Sera a
firma di Elisabetta Andreis e Giovanna Maria Fagnani, che descrive con lucidità e umanità la
difficile realtà abitativa e lavorativa vissuta da centinaia di insegnanti, in particolare nel capoluogo
lombardo.

La problematica messa in luce dall’articolo – insegnanti costretti a vivere in coabitazione, con
stipendi inadeguati rispetto al costo della vita, lontani dai propri affetti e dalla propria terra – è una
situazione che il CNDDU denuncia da anni in tutte le sedi istituzionali. Purtroppo, a fronte di
ripetute segnalazioni e proposte, le risposte sono state lente, parziali o del tutto assenti.
È emblematico, a tal proposito, il dato relativo alla mobilità interprovinciale 2025 della classe di
concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche: i rientri verso le regioni meridionali si
contano sulle dita di una mano. Dopo quasi dieci anni di servizio al Nord, molti docenti rimangono
letteralmente ingabbiati in territori lontanissimi dalla propria città di residenza, senza possibilità di
ricongiungimento familiare o reintegro nel proprio contesto sociale e culturale, a dimostrazione
dell’immobilismo di un sistema che continua a negare il diritto al ricongiungimento familiare e a
un’esistenza dignitosa nei territori d’origine.

Con stipendi netti attorno ai 1.500 euro, a fronte di affitti che nelle grandi città del Nord – come
Milano – superano i 1.200 euro per un bilocale, si impone un adattamento forzato e ingiusto:
insegnanti professionisti sono costretti a vivere come studenti fuori sede, in appartamenti condivisi,
senza privacy e stabilità. A ciò si aggiunge l’impossibilità di accedere a mutui o soluzioni abitative
autonome, aggravata dalla precarietà economica e dall’assenza di misure compensative strutturate.
L’articolo 36 della Costituzione Italiana, che garantisce a ogni lavoratore una retribuzione
proporzionata e sufficiente ad assicurare “un’esistenza libera e dignitosa”, continua a essere
disatteso nella quotidianità di migliaia di docenti fuorisede.

Il Coordinamento chiede con urgenza:
– Un adeguamento salariale che tenga conto del costo della vita nei diversi territori;
– Politiche abitative agevolate per il personale scolastico costretto a prestare servizio lontano
da casa;
– Un bonus affitto nazionale strutturale per i docenti in mobilità, soprattutto per i docenti di
ruolo e per i precari;
– Un piano straordinario di rientro per i docenti del Sud, a partire dalla classe di concorso
A046, attraverso il riequilibrio degli organici, l’abolizione dei vincoli e un concreto sostegno
alla mobilità verso le regioni meridionali.
Non si può chiedere sacrificio a chi tiene in piedi la scuola pubblica con il proprio lavoro silenzioso
e costante. È il momento di riconoscere, con fatti concreti, la dignità e il valore sociale della
professione docente.

Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU

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