Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene imprescindibile un
confronto urgente sull’attuale gestione dell’Educazione civica nella scuola italiana.
Dopo anni dall’introduzione della legge 92/2019, appare evidente il fallimento della normativa
vigente: la trasversalità prevista ha generato confusione, disomogeneità e riduzione del percorso a
mera formalità burocratica.
L’insegnamento, privo di una guida disciplinare stabile, è risultato frammentato e spesso affidato a
figure non adeguatamente formate in ambito giuridico ed economico.
Nella pratica quotidiana, in molte scuole, l’Educazione civica si riduce a un “contenitore”
indefinito, inserito forzatamente all’interno di altre discipline, senza una programmazione autonoma
né una reale continuità didattica.
La mancanza di coordinamento centrale e di linee operative vincolanti ha prodotto interpretazioni
difformi sul territorio nazionale, con scuole che dedicano poche ore, talvolta simboliche, e altre che
rinunciano persino a garantire una valutazione organica.
In numerosi casi, le ore di Educazione civica vengono “spalmate” tra diverse materie, generando
sovrapposizioni, ridondanze o addirittura omissioni, in netto contrasto con la finalità originaria della
legge.
Gli stessi studenti percepiscono la disciplina come un’aggiunta marginale, priva di dignità e di
utilità concreta, minando così la credibilità dell’intero percorso educativo.
È altresì evidente come la trasversalità abbia scaricato sugli istituti scolastici l’onere organizzativo,
con un aggravio burocratico che non ha portato benefici né a docenti né a discenti.
Alla luce di tali criticità, il CNDDU chiede una revisione radicale, a partire dalla modifica della
legge 92/2019 e delle successive Linee guida, affinché:
– l’Educazione civica sia riconosciuta come disciplina autonoma e non più trasversale;
– sia affidata in via esclusiva ai docenti della classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed
economiche;
– venga introdotto un monte orario definito, pari a 33 ore annue, con valutazione autonoma riportata
in pagella.
La modifica normativa dovrebbe integrare l’art. 2 della legge 92/2019, sostituendo il concetto di
“trasversalità” con l’istituzione di una cattedra specifica di Educazione civica, inserita nell’area
storico-giuridica del curricolo.
Tale intervento consentirebbe di restituire serietà e sistematicità all’insegnamento, garantendo
continuità verticale tra i diversi cicli scolastici.
Proponiamo, inoltre, di prevedere un’ora settimanale obbligatoria in tutti gli ordini di scuola, con
possibilità di incrementi nelle secondarie superiori a seconda degli indirizzi.
Va sottolineato che la quasi totalità dei docenti e dirigenti scolastici da noi interpellati ha espresso la
convinzione che l’attuale normativa debba essere urgentemente modificata, con affidamento
esclusivo della disciplina ai docenti di diritto ed economia.
Si tratta di un atto di responsabilità culturale e politica: non un privilegio corporativo, ma una
riforma necessaria per assicurare agli studenti una formazione civica solida, critica e realmente
orientata alla cittadinanza democratica.
Inoltre, il Coordinamento sollecita il Ministero e il Parlamento a verificare perché la Proposta di
legge ordinaria presentata il 7 marzo 2023, recante il titolo “Modifiche all’articolo 2 della legge 20
agosto 2019, n. 92, concernenti l’introduzione dell’insegnamento di scienze giuridiche, economiche
e del lavoro nel primo biennio dei corsi delle scuole secondarie di secondo grado e l’attribuzione
del coordinamento dell’insegnamento dell’educazione civica ai docenti di discipline giuridiche ed
economiche”, non sia ancora giunta al compimento del suo iter.
Il CNDDU invita pertanto il Ministro Giuseppe Valditara e le Commissioni parlamentari
competenti a valutare con urgenza una revisione della normativa, ponendo le basi per un modello
educativo coerente, uniforme e rispettoso della Costituzione.
Contestualmente, il CNDDU chiede di essere ricevuto con urgenza presso il Ministero
dell’Istruzione e del Merito, per illustrare direttamente al Ministro le proprie proposte e avviare un
tavolo di lavoro condiviso.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU