Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani richiama l’attenzione delle
istituzioni scolastiche sull’opportunità – e sulla responsabilità educativa – di promuovere, nelle
classi V degli istituti secondari di secondo grado, un percorso di approfondimento giuridicamente
rigoroso e culturalmente pluralista in merito al referendum sulla separazione delle carriere dei
magistrati.
Il quesito referendario mira all’abrogazione delle disposizioni dell’ordinamento giudiziario che
consentono il passaggio di funzioni tra magistratura giudicante e magistratura requirente,
introducendo l’obbligo di un’unica e definitiva scelta di carriera e prevedendo l’istituzione di due
distinti Consigli Superiori della Magistratura. Tale proposta incide su profili di rilevanza
costituzionale primaria, coinvolgendo i principi di autonomia e indipendenza della magistratura,
l’equilibrio tra i poteri dello Stato e le garanzie del giusto processo.
In questo quadro, la scuola è chiamata a svolgere un ruolo centrale nella formazione di cittadini
consapevoli, capaci di comprendere la complessità delle opzioni normative sottoposte al corpo
elettorale. Il Coordinamento ritiene pertanto imprescindibile che gli studenti che abbiano compiuto
il diciottesimo anno di età siano messi nelle condizioni di conoscere, in modo completo e non
pregiudiziale, le argomentazioni favorevoli e contrarie al quesito referendario, al fine di esercitare il
diritto di voto secondo criteri di informazione, razionalità e responsabilità civica.
L’analisi della separazione delle carriere non deve essere ridotta a una contrapposizione ideologica,
ma ricondotta a un esame critico delle sue implicazioni giuridiche e sistemiche: dalla
configurazione del pubblico ministero nel processo penale, al principio di terzietà del giudice, fino
agli effetti sull’assetto complessivo della giurisdizione e sulla tutela dei diritti fondamentali. In tal
senso, il dibattito in ambito scolastico rappresenta un autentico laboratorio di educazione
costituzionale e di cittadinanza attiva.
Il Coordinamento rivolge dunque un formale appello alle istituzioni scolastiche affinché, nella
seconda metà di marzo, avviino percorsi strutturati di informazione e approfondimento,
valorizzando in particolare il contributo del personale docente appartenente alla classe di concorso
A046 – Discipline giuridiche ed economiche. Attraverso laboratori didattici, workshop tematici,
simulazioni di consultazioni referendarie, dibattiti argomentativi e iniziative di sensibilizzazione,
sarà possibile trasformare un tema di attualità istituzionale in un’esperienza formativa ad alto valore
civico.
Educare alla legalità e ai diritti umani significa anche educare al confronto sulle riforme
dell’ordinamento dello Stato, fornendo agli studenti strumenti interpretativi adeguati per orientarsi
tra fonti normative, principi costituzionali e conseguenze concrete delle scelte politiche. Portare il
referendum nelle aule scolastiche equivale a riconoscere gli studenti come soggetti attivi
dell’ordinamento democratico, titolari di diritti politici e chiamati a esercitarli con piena
consapevolezza.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani conferma la propria
disponibilità a collaborare con le scuole in questo percorso, nella convinzione che una democrazia
matura si fondi su una cittadinanza informata, critica e partecipe, e che la scuola rappresenti il luogo
privilegiato per la costruzione di tale consapevolezza.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

