Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in qualità di organismo
impegnato nella promozione della cultura dei diritti, dell’inclusione e della legalità, sottolinea con
fermezza che i risultati resi noti oggi dalla ricerca Eumetra per Telefono Donna Italia delineano una
situazione che non può essere trascurata dalle istituzioni scolastiche, culturali e politiche del nostro
Paese. L’affidamento crescente, da parte delle nuove generazioni, a contenuti digitali privi di
mediazione formativa per orientarsi su tematiche fondamentali quali relazioni affettive, sessualità,
identità di genere e dinamiche relazionali – con un primo contatto spesso rappresentato dalla
pornografia – rappresenta un chiaro segnale di disorientamento educativo e di progressiva solitudine
culturale. Il fatto che la scuola e la famiglia vengano percepite dai giovani come marginali rispetto
alla costruzione dell’identità affettiva è sintomatico di un vuoto educativo che rischia di
compromettere in modo strutturale i processi di crescita individuale e relazionale.
Le differenze emerse tra ragazzi e ragazze nella percezione della violenza di genere, nella fruizione
dei contenuti digitali e nell’approccio ai linguaggi musicali, segnalano non solo una
frammentazione culturale, ma una vera e propria crisi del linguaggio educativo. Tali divergenze
evidenziano, dal punto di vista psicologico, la difficoltà dei giovani nel dare senso ai propri vissuti e
relazioni in un contesto dominato da stimoli rapidi, immagini polarizzate e narrazioni spesso prive
di profondità. L’assenza di strumenti critici adeguati produce il rischio di interiorizzare modelli
basati sul dominio, sulla prevaricazione o sulla deresponsabilizzazione emotiva. Come dimostrano
le evidenze cliniche e sociali, il disallineamento tra lo sviluppo cognitivo e la maturazione affettiva
può determinare l’insorgenza di comportamenti problematici, fino a sfociare in forme di disagio
relazionale o violenza simbolica e fisica.
In questo quadro, il ruolo del docente assume una centralità imprescindibile. Il CNDDU ritiene che
l’insegnante non possa più essere inteso unicamente come trasmettitore di contenuti disciplinari, ma
vada riconosciuto come figura educativa capace di guidare, ascoltare, interpretare e offrire chiavi di
lettura per comprendere la complessità delle relazioni umane. È urgente rafforzare la formazione
iniziale e continua dei docenti in ambiti quali l’educazione affettiva, la cittadinanza digitale, la
comunicazione non violenta e la prevenzione della violenza di genere. L’educazione ai diritti
umani, se integrata in modo strutturale nei percorsi curricolari, può rappresentare lo strumento più
efficace per promuovere una cultura basata sul rispetto, sull’empatia e sulla parità.
Alla luce di tali evidenze, il CNDDU propone l’introduzione nei curricoli scolastici di un percorso
continuativo di Educazione Relazionale Integrata, dalla scuola secondaria di primo grado fino alla
conclusione del ciclo superiore, con moduli specifici dedicati all’affettività, alla sessualità
consapevole, ai linguaggi digitali e all’educazione alla parità. Ritiene inoltre fondamentale
l’attivazione di sportelli scolastici di ascolto e orientamento relazionale, l’istituzione di un
Osservatorio Nazionale permanente sul rapporto tra giovani e cultura digitale, e la promozione di
alleanze educative territoriali tra scuola, famiglia, enti locali, terzo settore e università. Solo
attraverso un’azione sistemica, condivisa e continuativa sarà possibile offrire ai giovani strumenti
reali per costruire la propria identità, orientarsi nei propri sentimenti, riconoscere i confini del
rispetto e sviluppare competenze relazionali fondate sulla dignità reciproca.
Le scuole italiane rappresentano, oggi più che mai, il primo presidio culturale e sociale per
contrastare ogni forma di discriminazione, stereotipo e violenza. La sfida che ci troviamo ad
affrontare non è marginale né settoriale, ma riguarda la qualità stessa della nostra democrazia e la
possibilità di costruire relazioni umane fondate sulla consapevolezza, sulla responsabilità e sulla
giustizia. Per questo il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rinnova
con convinzione la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni, affinché si possa dare piena
attuazione a un progetto educativo che risponda con profondità e coraggio alle fragilità del nostro
tempo.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU