di Avv. Simona Patrone
“buongiorno, ci sei, di dove sei?”
“che donna bellissima…(Faccina che sbava…) “
“Avvocato io vorrei un appuntamento non lavorativo con lei…”
“sei una bonazza assoluta…come sei vestita… che ti farei… mi riscaldi tutto…dea!”
Cosa sono, scherzi? battute? forse fantasie di una donna che ama essere desiderata?
NO sono messaggi e commenti ricevuti da una donna che ha osato portare il suo lavoro sui social.
Ogni giorno, noi donne siamo costrette a farci spazio senza sosta ricordando prima a noi stesse che non
valiamo meno di nessun uomo e che meritiamo quantomeno lo stesso grado di educazione e rispetto! .
Da un lato, illuse, noi pensiamo che la nostra attenzione debba focalizzarsi sulla competenza, sulla
professionalità, sullo sviluppo imprenditoriale; dall’altro, però, subiamo tutta una serie di atteggiamenti
discriminatori e sessisti che non solo minano, inevitabilmente, l’autorevolezza professionale, ma che
vogliono ridurci a meri oggetti di desiderio!
Questa realtà è particolarmente evidente per le donne giovani e attraenti, magari con la “sfortuna” di esser
carine o di essere attente alla propria immagine. e noi che siamo qui per lavorare, ci ritroviamo, invece,
oggetto di attenzioni volgari e inopportune lontane da qualsiasi idea di rispetto, contegno e capacità di
discernimento.
Sarebbe riduttivo pensare che si tratti di eccezioni, si tratta invece di qualcosa di molto più radiato, un
problema socio-antropologico molto più ampio.
La cultura, che ancora permea la nostra società, continua a vedere la donna principalmente attraverso il
prisma della bellezza fisica, riducendo così la sua identità a un oggetto di piacere maschile, quel maschio
che è lì ed ha diritto di dirti qualunque cosa senza alcun limite!
quello che mi ha colpito di più, e per cui ho deciso di parlare, è l’ultimo commento arrivato sotto ad un
post, (commento pubblico!) di una volgarità così profonda da non poter essere riportato qui… da un tale
Tizio, con tanto di foto insieme con la figlia, che ha dimostrato pubblicamente, a chiunque abbia avuto la
possibilità di leggere il suo commento prima che fosse cancellato, la propria assoluta e totale incapacità di
frenare gli istinti primordiali ed animaleschi, che mai dovrebbero trovare spazio in un luogo di lavoro!
E allora mi chiedo cosa si nasconde dietro un uomo che arriva su di una pagina di un avvocata penalista, e
riesce a chiedere pubblicamente sesso orale a quella stessa avvocata? e i miei colleghi per caso subiscono
ciò dalle donne? Ei miei colleghi per caso si sono mai sentiti chiamati Signorini? Allora forse Simona mi dico
ti stai ponendo male, forse lanci il messaggio sbagliato, ma poi mi dico no è chiarissimo che qui si parli solo
di processo penale!
chi sono io allora un avvocato che sta lavorando? una donna che ha deciso di essere una professionista?
NO! sono solo un semplice “accessorio”, qui per soddisfare i desideri degli altri.
ogni settimana ci troviamo a fronteggiare sguardi, commenti e avances indesiderate che, oltre a essere un
evidente segno di disprezzo, mettono a rischio la nostra serenità psicologica e professionale.
Questa disparità di trattamento tra uomini e donne sul posto di lavoro è spesso minimizzata, ma è evidente
che sia di difficilissimo superamento.
Non basta semplicemente "denunciare" questi comportamenti, ma è necessario un cambiamento culturale
profondo.
La percezione della donna è quasi un conglomerato di disprezzo e volgarità di ogni genere, per ricordarci
che NO, Noi non possiamo solo lavorare ma dobbiamo curarci anche di tutto il resto! E guai a rifiutare
questi commenti aberranti! La loro risposta è sempre la stessa: “è solo un complimento” “ti arrabbi troppo”
, “dovresti essere felice che ti desidero….”
No non sono casi isolati, no non sono persone disturbate socialmente, no non sono corteggiatori anonimi
sono persone di sesso maschile che ti ricordano che sei solo una “femmina” e che il tuo ruolo non è
questo…
E allora mi restano delle domande: “come possiamo crescere come uno studio fatto da uomini? come
possiamo pensare di essere autorevoli se, quando siamo fortunate, siamo ancora al ”dottoressa, signorina”.
Come possiamo concentraci SOLO a sviluppare al meglio le nostre attività, se dobbiamo passare ore a
sprecare tempo dietro a ciò…sono sicura che un ruolo spetti proprio agli uomini, quelli veri, capaci di far
sentire le loro voci autorevoli dinanzi a questi maschietti pieni di finta e fallace virilità.
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