Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime forte
preoccupazione per la lentezza e le incertezze che tuttora accompagnano l’attuazione del progetto di
vita individuale, personalizzato e partecipato per le persone con disabilità, così come previsto dalla
normativa vigente.
Il concetto di “progetto di vita”, introdotto già dall’art. 14 della Legge 328/2000 e rafforzato da un
ampio impianto normativo e culturale – dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con
disabilità (2006), recepita in Italia con Legge 18/2009, fino al recente Decreto Legislativo n. 62 del
3 maggio 2024 – rappresenta un pilastro fondamentale per l’inclusione sociale, lavorativa e
scolastica delle persone con disabilità. Non si tratta di un mero adempimento formale, ma della
realizzazione concreta del diritto a una vita piena, autodeterminata e dignitosa.
Tuttavia, nonostante le indicazioni legislative e la dichiarata volontà di innovazione inclusiva, ci
risulta che l’attivazione del progetto di vita, nei suoi aspetti più sostanziali e partecipativi, resti
ancora lontana da una reale attuazione diffusa e sistemica. La sperimentazione avviata il 1° gennaio
2025 in sole nove province italiane (Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia,
Salerno, Sassari e Trieste), seppur un passo positivo, appare insufficiente rispetto alla necessità di
garantire pari diritti a tutti i cittadini con disabilità sull’intero territorio nazionale.
Per queste ragioni, il CNDDU sollecita il Ministro dell’Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe
Valditara, a:
– Rendere pubblici i risultati, i criteri di monitoraggio e gli obiettivi raggiunti dalla
sperimentazione avviata nelle province selezionate;
– Stabilire un cronoprogramma vincolante per l’estensione del progetto di vita a tutto il
territorio nazionale, in modo da evitare disparità geografiche che ledono i diritti
costituzionali di eguaglianza e pari opportunità;
– Garantire il pieno coinvolgimento delle famiglie, delle scuole, delle istituzioni sanitarie
e dei servizi sociali nella co-progettazione e attuazione del progetto di vita, secondo quanto
previsto dall’articolo 18 del D.lgs. 62/2024;
– Investire in formazione specifica per il personale scolastico e per i dirigenti, al fine di
dare piena attuazione alle linee guida sull’inclusione scolastica e superare le criticità
riscontrate nell’elaborazione e gestione del PEI e del profilo di funzionamento;
– Promuovere una cultura della partecipazione e della responsabilità condivisa, affinché
il progetto di vita non resti un enunciato normativo, ma si traduca in percorsi concreti di
autonomia, autodeterminazione e cittadinanza attiva.
Il CNDDU ribadisce che il progetto di vita rappresenta un diritto fondamentale, non un’opzione
discrezionale. Riconoscere alle persone con disabilità la possibilità di autodeterminarsi, scegliere
dove e con chi vivere, partecipare pienamente alla vita sociale e lavorativa, non è solo una questione
di giustizia sociale, ma una misura di civiltà e democrazia.
È tempo di passare dalla sperimentazione alla piena applicazione. Le persone con disabilità non
possono più attendere.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU