Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) prende atto con
preoccupazione dei dati emersi dalla ricerca ActionAid “Affettività e stereotipi di genere. Come gli
adolescenti vivono relazioni, genere e identità”, condotta da Webboh Lab su un campione di 14.700
adolescenti tra i 14 e i 19 anni. I risultati evidenziano che molti giovani affrontano quotidianamente giudizi,
stereotipi e pressioni sociali che pesano sul loro benessere psicologico e sulla costruzione della propria
identità.

L’80% degli adolescenti non si sente a proprio agio nel proprio corpo, più della metà ha cambiato il proprio
modo di vestire per timore delle critiche e sei su dieci dichiarano di essere stati presi in giro per peso, altezza,
colore della pelle o capelli. Il 93% percepisce ancora rigide aspettative di genere, mentre oltre 7 su 10
riconoscono come i corpi perfetti mostrati online siano irreali, ma continuano a desiderare di adeguarsi a
questi standard.

La ricerca evidenzia inoltre che 8 giovani su 10 ricevono costantemente commenti su come “dovrebbero”
comportarsi in base al genere, mentre il 32% esprime il desiderio di ricevere informazioni su consenso e
piacere, il 25% su come costruire relazioni positive e il 16,5% su orientamenti sessuali e identità di genere.
Solo il 5,4% ritiene importante un approfondimento sugli aspetti biologici della sessualità, evidenziando un
chiaro bisogno di educazione centrata sulle relazioni e sul benessere emotivo.

In questo scenario, la scuola ha un ruolo centrale e insostituibile. Non può limitarsi a trasmettere nozioni:
deve diventare un luogo sicuro e inclusivo, capace di promuovere il rispetto, la dignità e la parità di genere.
Gli articoli 2, 3 e 34 della Costituzione impongono la tutela della dignità, dell’uguaglianza e del diritto
all’istruzione, obblighi che trovano ulteriore conferma nelle convenzioni internazionali ratificate dall’Italia.
Oltre il 70% degli adolescenti dichiara di non sapere a chi rivolgersi per dubbi su sessualità e relazioni,
mentre il 48% indica come interlocutori privilegiati educatori, psicologi o medici. Questi dati mostrano
l’urgenza di percorsi strutturati di educazione all’affettività, alla sessualità, al consenso e alla costruzione di
relazioni positive, integrati con un potenziamento dell’educazione alla legalità, alla cittadinanza attiva e alla
prevenzione della violenza e del bullismo.

I risultati dell’indagine evidenziano anche gruppi specifici di adolescenti: il 16% rientra nei
“giustificazionisti”, il 21% nei “tradizionalisti inconsapevoli” e il 17% nei “progressisti distorti”,
confermando quanto sia fondamentale intervenire per prevenire interiorizzazione di stereotipi, sessismo e
giustificazioni della violenza. La scuola, attraverso l’educazione alla legalità, può formare cittadini
consapevoli dei propri diritti e doveri, capaci di riconoscere comportamenti violenti o discriminatori e di
costruire relazioni rispettose.

Per questo, il CNDDU rivolge un urgente invito all’azione al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Prof.
Giuseppe Valditara: non si può più rimandare l’introduzione di un’educazione strutturata alla sessualità,
all’affettività, al consenso, alla parità di genere e alla legalità nelle scuole italiane. I dati parlano chiaro: gli
adolescenti chiedono ascolto, spazi di confronto guidati da esperti e strumenti concreti per vivere relazioni
sicure e responsabili.

Chiediamo al Ministro di garantire: linee guida nazionali vincolanti, percorsi permanenti di formazione per
studenti e docenti, collaborazione con consultori e servizi di supporto, e l’inserimento stabile di questi temi
nei curricoli di ogni ordine e grado. Rinviare ulteriormente questi interventi significa esporre i giovani a
rischi concreti sul piano educativo, psicologico e sociale.
Il CNDDU ribadisce con forza: educare al rispetto, alla dignità, alla parità e alla legalità non è un’opzione. È
un dovere inderogabile della scuola e delle istituzioni, essenziale per formare cittadini consapevoli e
costruire una società più equa, inclusiva e responsabile.

prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

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