La famiglia è il primo ambiente a cui ci si approccia alla vita e ad altri individui.
É la forma di comunità ove si trascorre la maggior parte del proprio tempo nella fase più cruciale dal punto di vista pedagogico.
È l’istituzione che influenza più di tutto, che trasmette valori, tradizioni, usi e costumi per flusso diretto.
È inevitabile che ogni persona sia lo specchio della realtà retrostante, di tutte le vicissitudini che lo hanno accompagnato fino al punto in cui si decide chi essere.
Nonostante i codici valoriali che ogni nucleo impone ai nuovi arrivati sin dalla nascita, ad un certo punto inizia la “ninfosi” umana.
Si sceglie chi essere, a chi somigliare, cosa fare, e a chi aspirare.
Anche la fase “specchio” è necessaria e di fondamentale importanza per lo sviluppo della personalità dell’individuo; il tentativo di riconoscersi in un corpo fatto non solo di forma ma anche di essenza serve a razionalizzare e alienare il proprio io da ciò che più ci influenza e sotto certi aspetti ci manipola.
Bisogna dire che resta di fatto una fase molto delicata, cristallizzata, poiché talvolta può essere deviante e inibitoria, capace di seppellire la propria e intimissima unicità, sino a provocare insicurezze e vere e proprie crisi esistenziali.
Superato questo step, arriva il momento di scavare in noi stessi, nei meandri della propria personalità, e capire chi si vuole essere.
Tanto si può scegliere di sposare i valori che ci vengono trasmessi o inculcati, tanto di distaccarsi del tutto e seguire un codice personale e personalizzato.
La famiglia, inoltre, sia dal punto di vista etico, sia dal punto di vista civile, è costei che fornisce l’identità. Oltre alla prosecuzione nominale segue quella appellativa, sostenuta soprattutto dal popolo e dall’intera società.
La società e l’opinione pubblica hanno un peso rilevante su ogni individuo, sino a diventare un ostacolo per la propria affermazione.
In alcuni casi, soprattutto nel caso di contesti familiari disagiati in cui prevale uno stato di degradazione, è molto difficile la rivalsa sociale e il distacco da essa.
Nonostante ognuno sia diverso, nonostante le strade diverse che ognuno decide di percorrere, la società difficilmente riuscirà a scindere il singolo dalla stirpe a cui appartiene.
Ciò sarebbe possibile soltanto dopo un lungo processo “depurativo” generazionale, ma si tratterebbe di un’impresa utopica in quanto si dovrebbe sottoporre intere società a vedere la realtà, e quindi anche ogni persona, sotto altre prospettive, staccandosi dalle opinioni maturate a priori .
Come già è stato possibile appurare nel corso della storia della filosofia, raggiungendo il culmine con Nietzsche, l’uomo necessita di certezze per sentirsi al sicuro, e spesso queste sono rintanate proprio negli stereotipi, nelle tradizioni, e nei pregiudizi.
Ciò detto, anche se con qualche sforzo in più, prima o poi l’affermazione del proprio io avviene, e si diventa ciò che si è, e non ciò che si è nati e ciò che la gente pensa che noi siamo.
A chi lotta ogni giorno per essere se stesso,
a chi non riesce a trovare la propria strada,
a chi sogna una vita diversa,
a chi la sogna migliore.
A chi non sta a casa,
a chi vorrebbe ma non può,
a chi vorrebbe ma non ce l’ha più.
A chi si sveglia con la fiducia,
a chi si addormenta con la speranza.
Una vita migliore e degna di essere chiamata tale a tutti.
Un pensiero alle famiglie di tutto il mondo, qualcuno in più a quelle in guerra.