In un periodo in cui lo smartphone non viene più considerato come un semplice strumento tecnologico, Swappie – piattaforma leader nella vendita di iPhone e iPad ricondizionati – si fa portavoce del rapporto tra gli italiani e il loro smartphone che sembra essere diventato un vero e proprio compagno di vita, capace di offrire conforto nei momenti di solitudine, distrazione negli attimi di noia, sostegno nelle situazioni di imbarazzo e rifugio dei ricordi più intimi e preziosi.
Per farlo Swappie ha avviato una collaborazione con SWG – società che progetta e realizza ricerche di mercato e di opinione – che ha realizzato per l’azienda un’indagine[1] volta a esplorare il legame affettivo tra gli italiani e il loro dispositivo mobile. Non è la prima volta che Swappie promuove ricerche di questo tipo: l’obiettivo è quello di diventare un osservatore attento dei cambiamenti digitali, offrendo strumenti per interpretare e affrontare con consapevolezza il rapporto con i dispositivi.
Questa indagine, infatti, rappresenta molto più di una semplice fotografia dei comportamenti degli italiani: è un modo per dare voce ai vissuti, alle emozioni e ai significati che le persone attribuiscono ai propri dispositivi. Una ricerca che rafforza la missione dell’azienda: ridare valore a ciò che spesso viene dimenticato in un cassetto.
“La ricerca che abbiamo svolto in collaborazione con SWG ci mostra quanto lo smartphone sia diventato un oggetto identitario: 1 italiano su 3 descrive questa relazione come qualcosa in più dell’uso quotidiano, è un vero legame emotivo, capace di raccontare chi siamo e come viviamo” ha dichiarato Elena Garbujo, Country Manager di Swappie Italia. “Per questo, in Swappie crediamo che la possibilità di vendere e acquistare dispositivi ricondizionati non sia solo una risposta concreta alla sfida ambientale, ma anche un modo per rispettare la memoria affettiva legata alla tecnologia, dando una seconda vita anche alle storie che ciascun telefono porta con sé.”
Un legame che va oltre la funzionalità
Non sorprende che molti descrivono il proprio smartphone come “una seconda pelle”. Dalla ricerca condotta da SWG emerge con chiarezza che il telefono non è più un semplice strumento tecnologico, ma un compagno nella quotidianità a cui si è affettivamente legati, che rappresenta un’estensione della propria identità e un supporto per affrontare piccole e grandi fragilità: il 70% degli intervistati considera lo smartphone un alleato per combattere la noia, trovando in esso un modo per intrattenersi, scoprire cose nuove e rilassarsi. Ma non è tutto qui: per il 56% degli intervistati il telefono diventa un mezzo di conforto per affrontare momenti di solitudine.
Questa relazione si riflette anche nei comportamenti quotidiani: il 71% lo porta con sé da una stanza all’altra, il 45% lo pulisce prima di appoggiarlo e il 34% prova un senso di sicurezza semplicemente avendolo sott’occhio. Una presenza discreta ma costante, a cui molti dedicano cure e attenzioni, proprio come si farebbe con una persona cara o un oggetto di valore.
Lo smartphone come rifugio emotivo
In un mondo sempre più frenetico, lo smartphone diventa un rifugio sicuro, un luogo dove poter archiviare ricordi, emozioni e tappe significative della propria vita. Per circa 1 italiano su 2, episodi importanti come viaggi, relazioni, sfide personali o momenti di crescita sono legati al dispositivo che si possedeva in quel periodo. Il legame è particolarmente forte tra i più giovani, dai 18 ai 34 anni, che considerano lo smartphone un vero e proprio scrigno digitale della propria identità, dove custodire frammenti di vita.
Per tutte le motivazioni elencate finora, anche l’idea di separarsi da un vecchio telefono non è semplice. Solo 2 italiani su 5 riescono a passare da un dispositivo all’altro con disinvoltura. Gli altri, invece, sembrano farsi trasportare maggiormente dall’emotività: il 27% teme di perdere qualcosa di importante, il 13% vive il cambio con malinconia, mentre il 21% vive il momento del cambio come un gesto simbolico, legato a una svolta o a un nuovo inizio.
Anche per questo, sono quasi 8 su 10 gli italiani che conservano i vecchi telefoni nei cassetti di casa: un’abitudine in crescita, motivata sì da ragioni pratiche (precauzione o sicurezza dei dati), ma anche da un senso di attaccamento emotivo. Per molti, infatti, “lasciare andare” un vecchio smartphone è un gesto quasi intimo, perché non si tratta di cedere un oggetto, ma di affidare a un’altra persona un pezzo della propria storia. Non a caso, quasi la metà degli intervistati (49%) afferma di provare disagio nel vedere il proprio vecchio telefono nelle mani di qualcun altro. Ed è per questo che quando arriva il momento di vendere o donare il proprio dispositivo, la fiducia diventa un aspetto fondamentale da tenere in considerazione. Il 60% degli italiani cerca, infatti, un interlocutore affidabile, in grado di tutelare non solo la privacy, ma anche quel legame affettivo con il dispositivo che si è creato nel tempo.
Sostenibilità e e-waste: una sfida ancora aperta
Accanto all’aspetto emotivo, cresce anche l’attenzione verso l’impatto ambientale della tecnologia. Il 73% della popolazione è consapevole dell’importanza di adottare comportamenti più responsabili soprattutto per contrastare l’inquinamento causato da uno scorretto smaltimento dei rifiuti elettronici. Tuttavia, purtroppo, solo 1 intervistato su 4 afferma di aver davvero a cuore la questione. L’e-waste è percepito come un’emergenza seria ma ancora sottovalutata, soprattutto dagli over 55, mentre i giovani sembrano più distaccati, forse assuefatti dalla velocità con cui la tecnologia si evolve e si rinnova.