Di Gabriele Granato
Spagna: “Noi calciatori ci troviamo in una situazione molto privilegiata in questa società, e per questo dovremmo pagare più tasse. I calciatori sono in una posizione molto privilegiata. Abbiamo lavorato sodo e fatto molti sacrifici, ma dobbiamo essere consapevoli di ciò che abbiamo, da dove veniamo e dovremmo essere i primi a voler aiutare la stabilità della nostra società”.
Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate dal calciatore del Barcellona a DiariARA in merito alla tassa di solidarietà varata dal governo spagnolo ad ottobre 2022 e che sarà in vigore proprio dal 2023 e per tutto il 2024.
Una misura volta ad alleggerire la pressione fiscale sui redditi più bassi, aumentando – leggermente – quella sui redditi più alti la cui tassazione sarà strutturata in tre scaglioni: tra i 3 e i 5 milioni si pagherà l’1,7%; tra i 5 e i 10 il 2,1%; oltre i 10 milioni il 3,5%. Misura che dovrebbe portare nelle casse pubbliche circa 3 miliardi di euro e riguarderà grosso modo 23.000 grandi contribuenti.
Non una rivoluzione ma sicuramente una decisione volta a recuperare risorse economiche laddove ce ne sono, favorendo – per una volta – le fasce della popolazione meno agiate che così non dovranno portare su di sé tutto il peso della crisi.
Una misura ed una svolta che in Italia con il governo Meloni sembra essere ancora più lontana di quanto non lo fosse prima, anche se è bene ricordare che un principio su cui tutte le forze politiche rappresentate in parlamento sembrano essere d’accordo è quello secondo cui non bisogna neanche lontanamente parlare seriamente di “tassa di solidarietà” e men che meno di “patrimoniale”.
Ed allora ecco che in uno scenario del genere le parole di qualche “privilegiato” come Bellerín fanno comodo anche qui in Italia perché ci danno l’opportunità di mettere al centro del dibattito politico argomenti che altrimenti rimarrebbero di nicchia e chissà mai che qualche altro “privilegiato” nostrano non voglia raccogliere l’assist fornito dal difensore spagnolo…
