Di Gabriele Granato
Calcio: L’episodio – che in apparenza poteva fare pensare ad una scarsa sensibilità all’argomento del calciatore di origini guineiane – è avvenuto giovedì prima del match che opponeva il Valencia al Maiorca.
La Liga di Tebas, infatti, dopo gli insulti razzisti subiti da Vinicius Jr e le reazioni di mezzo mondo del calcio (ma anche della politica) e la durissima presa di posizione dello stesso attaccante brasiliano del Real, ha deciso di fare posare tutte le squadre impegnate nel turno infrasettimanale dietro uno striscione con su scritto ” Razzisti, fuori dal calcio”.
Una decisione più di carattere economico (la paura che Vinicius possa decidere di lasciare la Spagna) che realmente mossa da una sensibilità antirazzista come testimoniano le parole piuttosto pesanti pronunciate dal numero uno de La Liga nelle ore immediatamente successive i fatti di Valencia.
Un qualcosa che, probabilmente, Diakhaby deve aver ben presente a maggior ragione ripensando a come La Liga se ne fosse altamente fregata quando nel 2021 – nel corso di una partita tra Cadice e Valencia – a seguito di alcuni insulti razzisti da parte di un avversario, il difensore aveva deciso di abbandonare il campo, seguito inizialmente da tutta la squadra (che poi fece ritorno in campo poiché minacciata proprio dai rappresentanti de La Liga di perdere la partita a tavolino) senza che Tebas e soci prendessero alcun provvedimento, nonostante ci fossero prove audio abbastanza eloquenti.
Un doppio pesismo che, evidentemente, a chi realmente sente sua la lotta al razzismo non può piacere e non può in alcun modo sostenere e che noi ci sentiamo di appoggiare perché non sarà (e non deve) uno striscione a ripulire la faccia di un’Istituzione guidata da un razzista!