Spagna: Lo scorso weekend una marea umana ha invaso Madrid non per festeggiare l’ennesimo successo del Real, appena laureatosi campione del mondo, ma per difendere la sanità pubblica dagli attacchi del Partido Popular (PP, la destra spagnola).

Tra di loro anche gli ultras del Rayo Vallecano che in occasione del match de LaLiga contro il Getafe – altra squadra dei sobborghi di Madrid – avrebbero voluto lanciare un messaggio di sostegno alla mobilitazione dagli spalti del Coliseum Alfonso Pérez, cosa impeditagli dalla polizia dello stato spagnolo che ne ha vietato l’ingresso e la conseguente esposizione.

In Spagna, del resto, proprio come nel Regno Unito dove, da mesi, lavoratori e lavoratrici dei trasporti, della sanità, delle poste, dell’istruzione stanno incrociando le braccia per difendere il sistema sanitario e rivendicare aumenti salariali, e come in Francia dove milioni di persone sono scese, più volte, in piazza per protestare contro la riforma delle pensioni che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile, esplode la mobilitazione popolare che trova copertura e sostegno anche da parte di quella frangia del tifo organizzato che si rivede nei valori genuini di una sinistra che a livello istituzionale arranca sempre più rincorrendo il nemico sul suo terreno e che ancora non ha capito che la mobilitazione popolare rimane, forse, l’unico strumento di emancipazione e trasformazione collettiva a nostra disposizione.

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