Napoli: Il 25 novembre di tre anni fa moriva quello che per tantissimi è stato il più forte calciatore di tutti i tempi: Diego Armando Maradona.

Per ricordare l’uomo ancor prima del calciatore la sua Napoli gli ha reso omaggio sabato sera alle 21:00 con una torciata all’esterno della curva B dell’impianto di Fuorigrotta, un tempo stadio San Paolo, oggi proprio stadio Diego Armando Maradona.

Un’altra fiaccolata si è svolta, sempre sabato sera, ma alle 22:00 a San Giovanni a Teduccio proprio laddove il murales di Maradona dipinto sulla facciata di uno dei palazzoni del cosiddetto Bronx veglia su tutti gli abitanti del quartiere.

Perché “el pibe de oro” per i napoletani non è stato semplicemente il calciatore che li ha portati per ben due volte sul tetto d’Italia, lasciandosi dietro corazzate come quelle della Juventus degli Agnelli o il Milan della famiglia Berlusconi ma è stato – e continua ad essere – un vero e proprio simbolo, al pari di San Gennaro, in un mix tra sacro e profano che lo ha consegnato all’immortalità.

Napoli e i napoletani sono indissolubilmente legati alla figura di Diego che, in quegli anni difficili, ha rappresentato l’orgoglio e la resistenza di un intero popolo contro lo strapotere economico del nord e contro quel razzismo territoriale che ancora oggi facciamo fatica a scrollarci di dosso. I napoletani, con il suo arrivo e le sue giocate, hanno fatto sapere al mondo intero di esistere e di essere incredibilmente fieri delle proprie radici, delle proprie tradizioni e della propria cultura.

Maradona, con il suo modo di essere fuori e dentro al campo di calcio, ha interpretato al meglio quello che oggi in tanti definirebbero senso di napoletanità senza finzione né vanità. Diego era sempre trasparente, schietto e diretto e forse proprio per questo e per quel suo senso di appartenenza che lo legava al popolo, agli ultimi, ai senza voce non è mai entrato nelle grazie dei potenti del mondo del pallone ma anche del mondo in senso stretto, tutti preoccupati ed infastiditi del grandissimo seguito e dell’enorme influenza che aveva tra la gente.

Forse per questo non è troppo profano affermare che il 25 novembre di tre anni fa Diego Armando Maradona non moriva, ma passava alla storia come quel che di più simile e vicino ad una divinità si sia mai visto in terra.

Au revoir dieu.

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