Di Gabriele Granato
In questi giorni si è parlato tantissimo dello sciopero dei benzinai in tutta Italia. Meno, invece, degli scioperi che stanno paralizzando il Regno Unito dalla fine del 2022.
Ad accendere i riflettori sulla questione ci hanno pensato a più riprese le Green Brigade (gruppo del tifo organizzato) del Celtic di Glasgow e la Kop, storica curva del tifo organizzato del Liverpool con una serie di striscioni esposti nel corso di alcuni match.
Con lo slogan “enough is enough” hanno voluto manifestare la propria solidarietà e vicinanza ai lavoratori e lavoratrici del settore ospedaliero e dei trasporti che reclamano migliori condizioni lavorative e salari più alti per fare fronte al caro-vita e ad una crisi economica che non sembra voler dare tregua.
I tifosi del Liverpool, inoltre, in occasione dell’ultimo big match di Premier League contro il Chelsea hanno esposto un altro eloquente striscione “protect the right to strike” con cui hanno voluto prendere posizione contro la legge “antisciopero” avanzata dal primo ministro Tories, Rishi Sunak, in risposta all’ondata di scioperi che sta coinvolgendo l’Inghilterra.
Una legge che, qualora passasse, metterebbe fortemente a rischio il diritto allo sciopero, visto che permetterebbe ai manager di quelle aziende che operano nei settori interessati (scuola, trasporti, ambulanze, vigili del fuoco…) di fare causa e chiedere un rimborso ai sindacati che indicono scioperi per eventuali “danni” e di licenziare i dipendenti che vi aderiscono nel caso non fosse garantito un livello minimo di servizio, stabilito dalla legge e che, tra l’altro, il governo intende estendere rispetto alla normativa attuale.
Un vero e proprio attacco, insomma, al sacrosanto diritto allo sciopero che, crediamo, vada difeso con tutte le forze possibili tanto nel Regno Unito quanto nel resto d’Europa e del mondo perché con una crisi economica sempre più incalzante e con il recente carovita, reclamare salari adeguati e condizioni di lavoro umane è veramente il minimo.