Di Gabriele Granato

Milano: Martedì pomeriggio il Milan di Pioli ha fatto il suo esordio stagionale in Champions League.

In un San Siro gremito, pronto ad accogliere l’ex Tonali che in estate si è trasferito proprio al Newcastle, è andata in scena una partita da cui era lecito attendersi qualcosa in più.

Al triplice fischio finale il risultato parla chiaro: 0 a 0 e un punticino che lascia l’amaro in bocca perché in un girone equilibratissimo, con Borussia Dortmund e PSG ad attendere i rossoneri, bisognerebbe sfruttare al massimo il fattore casa.

Quella casa, San Siro, che la mattina prima della partita ha visto comparire all’altezza della biglietteria tre murales dell’artista AleXsandro Palombo per denunciare la strategia di sportwashing messa in atto dall’Arabia Saudita. Ad essere rappresentati sulle mura dello stadio con in mano un pallone grondante sangue, a simboleggiare la violazione sistematica dei diritti umani di cui è colpevole lo stato arabo come denunciato in tantissimi report da Amnesty International ed altre organizzazioni internazionali, Cristiano Ronaldo, Neymar e l’ex ct della nazionale italiana, oggi allenatore proprio dell’Arabia Saudita, Roberto Mancini di fianco al principe ereditario saidita Mohammad bin Salmān Āl Sa’ud.

Murales che l’artista ha disegnato anche in altre parti della città approfittando proprio dell’arrivo a Milano del Newcastle che da due anni è di proprietà del PIF, il fondo d’investimento saudita che fa capo direttamente al principe ereditario, per accendere i riflettori su un argomento di cui non si parla mai abbastanza.

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