Vincenzo De Luca andrà a processo dinanzi alla Corte dei Conti per le smart card del vaccino anti Covid. La tessera campana che attestava l’avvenuta vaccinazione potrebbe essere ritenuta alla fine dai magistrati una spesa inutile. Il governatore andrà a processo insieme ad altre cinque persone, tutte componenti dell’Unità di Crisi per l’emergenza Coronavirus.

Per i sostituti procuratori contabili Mauro Senatore e Davide Vitale, che hanno coordinato le indagini portate avanti dalla guardia di finanza, De Luca deve risarcire 928mila e 725 euro, il 25% del presunto danno complessivo generato, ovvero 3.7 milioni di euro.

La decisione della Regione Campania di fornire ai cittadini campani un attestato digitale di vaccinazione anti-Covid su smart card risale al febbraio 2021.

Quando ci sono iniziative giudiziarie non faccio commenti. Vada avanti anche la magistratura contabile con grande tranquillità e con grande serenità. Abbiamo fatto il nostro dovere. Anzi, per essere chiari, le card magnetiche della Regione Campania hanno anticipato di mesi le decisioni prese poi dal Governo nazionale. Erano card che servivano non solo per certificare le vaccinazioni, ma anche per usufruire di tanti servizi sanitari, di trasporto pubblico. Era, quindi, un’operazione più vasta del Covid. In ogni caso, grande tranquillità e grande serenità. Ognuno faccia il suo dovere in piena autonomia“. Così Vincenzo De Luca, parlando con i giornalisti a Palazzo Santa Lucia, ha risposto ad una domanda sulla vicenda delle smart card introdotte dalla Regione Campania durante la pandemia.

Il governatore figura tra le sei persone che andranno a giudizio dinanzi ai giudici della Corte dei Conti. Secondo l’accusa la produzione delle card sarebbe stata “una spesa inutile” in quanto si sovrapponeva al green pass nazionale. A indagare sulla vicenda è stata la Guardia di Finanza, sotto il coordinamento dai pm Davide Vitale e Mauro Senatore.

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