Colpo di scena in Francia: si contavano i seggi mancanti a Marine Le Pen per la maggioranza assoluta ed è invece clamorosamente la gauche a trionfare, con il capo de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, a rivendicare il governo: “Siamo pronti, Macron riconosca la sconfitta, ha il dovere di chiamare il Nuovo Fronte Popolare a governare”.
Emmanuel Macron e la sua maggioranza uscente non crollano, com’era stato previsto, ma arrivano addirittura davanti all’estrema destra del Rassemblement National di Le Pen, la grande sconfitta di stasera dopo il patto di desistenza siglato nei giorni scorsi contro di lei.
La mobilitazione chiesta ai francesi per fare “barrage” all’estrema destra c’è stata. L’affluenza, come al primo turno, è stata senza precedenti e ha toccato un nuovo record: è arrivata al 67% e bisogna tornare al 1981 per trovare cifre simili. Proprio la capacità di convincere altre persone ad andare alle urne, ha permesso al Nuovo fronte popolare della sinistra di fare il “ribaltone”. Ora però, gli occhi sono puntati sul numero di seggi che avranno all’Assemblea nazionale: secondo le utlime proiezioni, gliene mancano circa 90 per avere la maggioranza assoluta. In Francia è possibile far nascere governi con la maggioranza relativa, ma per un minimo di stabilità servono comunque numeri forti. Secondo Ipsos France, al Nuovo Fronte Popolare viene assegnata una forchetta tra 171 e 187 seggi, comunque ben lontano dalla maggioranza assoluta. Il blocco macroniano è a 152-163 seggi, mentre il Rassemblement National e i suoi alleati sono a 134-152 seggi.
Fondamentale poi, sarà capire gli equilibri dentro le diverse forze. Secondo le stime dell’istituto Ipsos, riportate da Le Monde, all’interno del blocco delle sinistre è La France insoumise di Mélenchon che ottiene il maggior numero dei seggi, fra 68 e 74. Seguono il Partito socialista con una forchetta tra 63 e 69 seggi e gli ecologisti, con una forbice tra 32 e 36 seggi. Nel campo presidenziale, Renaissance otterrebbe fra i 95 e i 105 seggi, i MoDem 31-37 e Horizons fra 24 e 28 seggi. Per quanto riguarda il blocco di Rassemblement National e suoi alleati, invece RN otterrebbe fra 120 e136 seggi e la frazione del partito Les Républicains alleatasi con i lepenisti ottiene fra 12 e 16 seggi. I Repubblicani invece, otterrebbero fra 57 e 67 seggi.
I festeggiamenti sono tutti per il Nuovo Fronte Popolare della sinistra. E non a caso, proprio come una settimana fa, il primo a prendere la parola è stato il leader de la France Insoumise Mélenchon: “Abbiamo ottenuto il risultato che ci dicevano impossibile”, ha detto. “Il presidente francese Emmanuel Macron deve “o andarsene o nominare un primo ministro tra le nostre fila“. E ancora: “La nostra vittoria verrà esaminata da più parti, in particolare dalla sinistra di tutto il mondo. Tra pochi giorni molti cercheranno di comportarsi come se nulla fosse accaduto. Ma abbiamo vinto, grazie ad una linea politica capace di unire la gente“. Poco dopo è intervenuta la segretaria dei Verdi Marine Tondelier, una delle rivelazioni della campagna elettorale: “La giustizia sociale e ambientale” e “il popolo” hanno “vinto”, “governeremo”, ha detto davanti ai suoi sostenitori. A seguire è stato il turno del leader dei Socialisti Olivier Faure: “La Francia meritava di più dell’alternativa tra neo-liberismo e fascismo”, ha detto. “Non ci presteremo ad alcuna coalizione che tradisca il voto dei francesi e che prolunghi le politiche macroniste. Noi vogliamo solo che il nostro Paese si ritrovi. Solo il programma del Nuovo fronte popolare sarà la nostra bussola”. Proprio i numeri e le coalizioni saranno il grande tema che si aprirà nelle prossime ore. Perché se, come confermato, i seggi non saranno sufficienti per un governo di maggioranza relativa forte, bisognerà aprire un nuovo tavolo. E capire come e con chi si è disposti a condividere l’esecutivo. Chi ha già mostrato preoccupazione è stato, non a caso, l’eurodeputato leader della sinistra moderata Raphaël Glucksmann: di fronte ad una “Assemblea divisa”, “dovremo comportarci da adulti”, ha detto. Ed era soprattutto rivolto agli altri membri del fronte di sinistra.