Di Gabriele Granato
Il 14 giugno del 1928 nasceva Ernesto Guevara de la Serna, rivoluzionario argentino la cui opera mai verrà dimenticata. Una vita dedicata ad una causa comune in nome di quegli ideali quali l’uguaglianza, il rispetto, la solidarietà , l’antimperialismo e l’anticapitalismo in cui si rispecchia un intero popolo, quello degli oppressi. Un uomo, colto ed intelligente che ha sacrificato la propria vita per il comunismo. Un uomo che ha portato speranza e fiducia non solo in America latina ma in tutto il mondo; un uomo che assieme ai suoi compagni ha scritto una pagina importantissima della recente storia politica mondiale. Un uomo che mai potremo dimenticare. Un uomo che mai morirà fino a quando ci sarà qualcuno a portare avanti i suoi ideali.
E in Argentina, la sua Argentina, a Jesús María – 50 chilometri a nord della capitale di Cordova – c’è chi continua a vivere, praticando e diffondendo il suo insegnamento. Non stiamo parlando di un’organizzazione rivoluzionaria né tanto meno di un partito politico ma della grande comunità del Social, Atlético y Deportivo Ernesto Che Guevara. Ebbene si, una squadra di calcio. Perché il calcio non è solo business; e il Che Guevara ne è uno splendido esempio. Una squadra che non compra né vende giocatori, perché nessun essere umano ha un prezzo! Una squadra la cui priorità non è vincere ma trasmettere i valori del Che. Una squadra dove tutti sanno che il calcio è solo un pretesto per socializzare e crescere tutti assieme. Una squadra dove è più importante essere un gregario che un goleador. Una squadra che insegna il rispetto e la tolleranza. Una squadra che è puro amore. Una squadra che ci ricorda la entrañable transparencia del comandante Che Guevara.