Turchia: Alle prime luci dell’alba il nord del Kurdistan e una buona parte della Siria (Rojava) sono stati colpiti da tre scosse di terremoto che hanno devastato l’intera area, causando – al momento – 1800 vittime e migliaia di dispersi.
Tra di loro l’ex calciatore di Chelsea e Newcastle, Christian Atsu che proprio ieri al 97esimo regalava la vittoria alla sua attuale squadra, l’Hatayspor nella partita giocata in casa contro il Kasimpasa.
Sotto le macerie anche altri calciatori e dirigenti della squadra di Hatay (uno dei centri maggiormente colpiti dal terremoto) tra cui il direttore sportivo Taner Savut e l’interprete del club Emre Aslan. I soccorritori sono ancora all’opera e sono riusciti a salvare tra gli altri Burak Oksuk, Kerem Alici e Onur Ergun, tutti calciatori dell’Hatayspor. Nulla da fare, invece, per il secondo portiere della squadra, Eyüp Türkaslan.
Una tragedia immane che, però, non possiamo fare a meno di sottolineare quanto sia resa decisamente più grave dalle scellerate scelte politiche – da venti anni a questa parte – di Recep Tayyip Erdogan e del suo Partito (AKP) che continua a nominare i Ministri, tra cui quello dell’Ambiente e dell’Urbanizzazione, sulla base della fedeltà e dei rapporti con Erdogan piuttosto che sul merito, e ad affidare i progetti di costruzione, a lungo propagandati dallo Stato turco come simbolo del successo, a società con stretti rapporti con l’AKP.
Il tutto in una Regione altamente precaria, situata vicino ad importanti linee di faglie geologiche che possono, appunto, generare forti terremoti.
Uno mortale di magnitudo simile, del resto, aveva già colpito il Kurdistan meridionale e orientale (Iraq e Iran) nel novembre 2017 ed altre aree della Turchia nell’agosto 1999. Da allora, però, non sono state adottate misure sufficienti per affrontare questo rischio, nonostante la presenza di aree urbane a crescente densità abitativa, anzi…
Se a tutto questo aggiungiamo che l’area è una delle più povere dello Stato turco e che è interessata dai flussi migratori siriani, con la presenza di tantissimi campi profughi, possiamo facilmente intuire la gravità della situazione e quanto questa possa peggiorare tra nuove, attese, scosse di terremoto ed un clima tutt’altro che mite.
Per questo vogliamo invitare tutt* a sostenere la raccolta fondi della Mezzaluna Rossa Kurdistan:
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