New York: i vini del Sannio sono stati fra i protagonisti del banchetto enogastronomico al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York per celebrare il 25/o anniversario dello Statuto di Roma, istitutivo della Corte Penale Internazionale, a cui hanno preso parte più di 150 ministri provenienti da oltre 60 fra Stati membri e osservatori della Cpi.

Un appuntamento targato Italia co-organizzato dalla Rappresentanza permanente italiana all’Onu in collaborazione con il Sannio Consorzio Tutela Vini e lo chef di Osteria Brooklyn a New York, Raffaele Solinas.

Il tutto, in abbinamento con la Falanghina del Sannio Dop nelle diverse versioni e l’Aglianico del Taburno Docg, ha esaltato alcune tra le migliori eccellenze della cucina del Bel Paese candidata dal Governo italiano presso l’Unesco come patrimonio immateriale dell’Umanità.
Una serata che ha quindi esaltato una realtà fatta di diecimila ettari ‘vitati’, 7.900 imprenditori viticoli, un centinaio di aziende imbottigliatrici per oltre un milione di ettolitri di vino prodotto, tre denominazioni di origine e una indicazione geografica per più di 60 tipologie di vini, numeri che assegnano a Benevento e provincia la leadership nel comparto vitivinicolo della Campania. “Il Sannio Consorzio Tutela Vini continua l’azione di diffusione dei suoi vini più pregiati – spiega Libero Rillo, presidente del Consorzio – che riscuotono sempre maggior consenso a livello internazionale. Per il Sannio e la Campania è stato eccezionale aver avuto la possibilità di rappresentare l’Italia del vino nella cena all’Onu”.
Rimanendo nei confini italiani, c’è stata una serie di iniziative del Consorzio per far conoscere realtà non solo enologiche del territorio beneventano, come Pietraroja celebre per la sua ricchezza di fossili (come quello del dinosauro Ciro, esposto a Tokyo), le Terme di Telese, il caseificio Marcantonio e ‘perle’ della ristorazione a Sant’Agata de’ Goti e a San Giorgio del Sannio . In più, la giornata dedicata alla valutazione delle annate 2022 della Falanghina del Sannio Doc e dell’Aglianico Rosato, e della 2019 di Aglianico del Taburno Riserva da parte di una commissione tecnica composta da dieci enologi con conoscenza del territorio.

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