Di Gabriele Granato
Il 20 agosto sono terminati i Mondiali di calcio femminile che hanno visto per la prima volta la Spagna salire sul tetto del mondo dopo aver battuto per 1 a 0 l’Inghilterra.
Una vittoria straordinaria che è stata, però, immediatamente offuscata dalla violenza di cui Luis Rubiales, Presidente della Federazione Spagnola di Calcio (RFEF), si è macchiato nel corso della premiazione quando ha baciato, senza alcun consenso, Jennifer Hermoso – la numero dieci delle Furie Rosse.
La stessa calciatrice che in una diretta Instagram nel corso dei festeggiamenti negli spogliatoi dice chiaramente di non aver gradito quel bacio.
Un bacio non voluto che ha, immediatamente, fatto il giro del mondo, suscitando reazioni contrastanti che hanno messo Rubiales alle strette al punto da spingerlo ad inventare delle dichiarazioni di Hermoso in cui la calciatrice avrebbe chiesto di minimizzare l’accaduto: “È stato un gesto reciproco del tutto spontaneo per la gioia immensa che dà vincere un Mondiale. Io e il presidente abbiamo un ottimo rapporto, il suo comportamento con tutti noi è stato ottimo e quello è stato un naturale gesto di affetto e gratitudine”.
Dichiarazioni diramate all’interno – neanche a dirlo – di un comunicato ufficiale della RFEF che hanno solamente peggiorato la posizione di Rubiales, spingendo anche la politica a prendere parola.
La prima è stata la ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero, che su X ha dichiarato: “Non diamo per scontato che il bacio senza consenso sia qualcosa che accade. È una forma di violenza sessuale che le donne subiscono quotidianamente e fino ad ora invisibile”.
Hanno fatto seguito le dichiarazioni dello stesso primo ministro ad interim Sanchez “Quello che abbiamo visto a Sydney è stato un gesto inaccettabile. Penso che le scuse che ha dato Rubiales non siano sufficienti, non siano adeguate e che quindi debba continuare ad attivarsi per chiarire quello che abbiamo visto tutti”, e successivamente quelle del ministro dello Sport e della Cultura, il socialista Miquel Iceta e della ministra del Lavoro ad interim spagnola, Yolanda Diaz che ne ha chiesto le dimissioni: “Chiediamo che si attivino i protocolli della federazione sportiva, si deve dimettere”.
Alle voci e alla richiesta della politica si sono aggiunte poi quelle della stessa Hermoso che tramite il sindacato FUTPRO ha fatto sapere di non aver mai rilasciato le dichiarazioni comparse nel comunicato della RFEF e che anzi era intenzionata ad andare fino in fondo alla vicenda, visto la gravità dei fatti: “Il mio sindacato FutPro, in collaborazionecon la mia agenzia TMJ, sta assumendo il compito di difendere i miei interessi e di essere l’interlocutore su questa questione”.
Altre richieste di chiarezza e di dimissioni sono giunte anche dal sindacato spagnolo dei calciatori (AFE), guidato da David Aganzo e dalla Federazione Femminile che in un lungo comunicato ha affermato “Che un capo afferri la testa della sua lavoratrice e la baci sulla bocca semplicemente non può essere tollerato”.
Reazioni, affermazioni, bugie e prese di posizione che avevano portato la RFEF a convocare per questa mattina una riunione straordinaria per mettere un punto alla questione, con addirittura tutti i media spagnoli e non che ieri sera avevano già fatto trapelare l’indiscrezione delle dimissioni dello stesso Rubiales.
Eppure la riunione da poco conclusasi ha avuto l’ennesimo coup de théâtre con il Presidente della Federazione che non solo non si è dimesso ma è partito al contrattacco dichiarando: “Non mi dimetto. Ho ricevuto molte pressioni. Magari lunedì troveranno la formula per cacciarmi. Intendo difendermi e lottare sino alla fine. Spero che si compia la legge e, siccome non c’è niente, non mi aspetto niente di male”.
In attesa, dunque, della fine dell’indagine aperta dalla FIFA che ha riconosciuto la violazione sulle norme di “fair play, lealtà e integrità” e che ha ribadito “il suo forte impegno al rispetto dell’integrità di ogni persona, e condanna fortemente qualsiasi comportamento di segno contrario”, Rubiales non molla e anzi rilancia.