Di Gabriele Granato
Spagna: Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio: il problema chiaramente non è Vinicius Jr. né tanto meno se Vinicius provoca o risponde dopo essere stato provocato. Il problema si chiama razzismo ed è strettamente collegato con l’agenda politica dell’ultra destra spagnola che, chiaramente, irrompe anche nel mondo calcio a maggior ragione se La Liga e la Federazione non prendono mai e poi mai alcun provvedimento ma anzi provano a normalizzare il fenomeno.
Basti leggere le dichiarazioni social di Tebas numero uno de La Liga rivolte all’attaccante del Real all’indomani dei fatti di Valencia: “Poiché quelli che dovrebbero spiegarti cosa può e cosa non può fare la Liga nei casi di razzismo non lo fanno, abbiamo cercato di spiegartelo noi, ma non ti sei presentato a nessuna delle due date concordate che tu stesso avevi sollecitato. Prima di criticare e insultare LaLiga, è necessario informarsi adeguatamente Vinijr. Non lasciatevi manipolare e assicuratevi di comprendere appieno le reciproche competenze e il lavoro che abbiamo svolto insieme”.
Dichiarazioni vergognose se pensiamo che uno dei leitmotiv della stagione calcistica in Spagna è stato proprio il rivolgere insulti razzisti di ogni genere all’attaccante brasiliano del Real Madrid.
Madrid, sponda Atlético, Valladolid, Maiorca ed ora Valencia sono alcune delle tifoserie che hanno preso di mira Vinicius Jr. con insulti razzisti.
E dopo ogni episodio La Liga non ha mai preso alcun provvedimento al punto che anche uno notoriamente moderato e cauto come Ancelotti ieri ha sbottato “Uno stadio intero che grida scimmia a un giocatore, non ho mai visto una cosa del genere”. Oggi non voglio parlare di calcio, ma di quello che è successo qui. Penso che sia più importante. Più che una sconfitta, non trovate? Sono molto calmo, ma quello che è successo oggi non dovrebbe succedere. Che uno stadio gridi “scimmia” ad un giocatore e che un allenatore pensi di toglierlo per quello…c’è qualcosa che non va in questo campionato. Questi episodi non possono accadere, è stato lo stadio intero”.
Del resto “Non era la prima volta, né la seconda, né la terza. Il razzismo è la normalità nella Liga” per la gioia dell’ultra destra che continua a soffiare sul vento dell’odio.