Di Gabriele Granato

Il caso Rubiales-Hermoso, scoppiato la sera della vittoria del Mondiale da parte della nazionale femminile di calcio spagnola, a causa del bacio strappato dal Presidente della RFEF (Federazione Spagnola di Calcio) alla calciatrice Jenni Hermoso nel corso della premiazione, non accenna a placarsi.

Non sono bastate le dimissioni del numero uno della Federazione Spagnola di Calcio né tanto meno le rassicurazioni della stessa Federazione circa l’intenzione di cambiare drasticamente il proprio organigramma per garantire maggiori diritti alle calciatrici. Né sembra aver sortito l’effetto sperato la nomina dell’ex calciatrice Montserrat Tomé a nuova CT della nazionale dopo l’esonero di Vilda, a sua volta finito nell’occhio del ciclone per alcuni atteggiamenti vessatori e poco professionali nei confronti delle stesse calciatrici.

Le atlete spagnole sono intenzionate ad andare, giustamente, fino in fondo, evitando di accontentarsi di una mezza vittoria che nella sostanza cambierebbe poco o nulla.

In un comunicato diramato alla vigilia delle convocazioni (poi slittate) per le prossime partite di Nations League contro Svezia e Svizzera, 21 (su 23) campionesse del mondo assieme ad altre 18 calciatrici in orbita nazionale hanno ribadito la propria posizione: “Ad oggi, come abbiamo comunicato alla Federazione, i cambiamenti avvenuti non sono sufficienti per far sentire le giocatrici in un luogo sicuro, dove le donne sono rispettate, dove c’è sostegno per il calcio femminile e dove possiamo dare il massimo delle nostre prestazioni”. Per questo motivo hanno esposto nel dettaglio le modifiche richieste affinché questo tipo di atteggiamento non si ripeta più ma anche per avere una trasparenza assoluta:

  • Ristrutturazione dell’organigramma del calcio femminile;
  • Ristrutturazione della presidenza e della segreteria generale.
  • Dimissioni del presidente; – Ristrutturazione del dipartimento di comunicazione e marketing;
  • Ristrutturazione della “direzione dell’integrità”.

La risposta della Federazione, purtroppo, si è fatta attendere ed è stata anche piuttosto deludente. Proprio oggi, infatti, ha emanato un comunicato in cui sostanzialmente si dice poco o nulla nel merito della questione, dando solo risposte vaghe alle puntuali richieste delle calciatrici, evidenziando – ancora una volta – la difficoltà della massima Istituzione calcistica spagnola a prendere una posizione decisa e netta su un qualcosa – la violenza di genere – che non meriterebbe tentennamenti.

In attesa, dunque, dei prossimi sviluppi possiamo solamente augurarci che altre calciatrici si uniscano alla lotta delle nazionali spagnole ma soprattutto che in seno alla Federazione si trovi realmente e convintamente la forza e la volontà di cambiare radicalmente mettendo una volta per tutte in soffitta il sessismo ed il machismo che da troppo tempo infestano il calcio femminile spagnolo e più in generale la nostra società.

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