È ormai uso quotidiano di quasi tutti noi. L’intelligenza artificiale, innegabilmente, ha agevolato tantissimo il lavoro di studenti, professionisti, influencer e content creator.

Dietro a questa realtà che negli ultimi mesi è cresciuta a dismisura si cela (neanche tanto) un risvolto negativo per l’ambiente in cui viviamo.
L’ AI, infatti, ha un impatto devastante per la nostra terra che negli ultimi anni è sempre più sotto attacco da una gestione distruttiva da parte dei Governi e dalla maggioranza della popolazione.

L’addestramento e l’implementazione di modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT o Google Gemini richiedono sia grandi quantità di energia elettrica per far funzionare i data center, sia di acqua per alimentare i loro sistemi di raffreddamento.

Si stima, apprendiamo dal sito di Greenpeace, che una risposta di un tool di intelligenza artificiale generativa consumi circa 10 volte più energia di una normale ricerca su Google, secondo i dati riportati recentemente anche dalla Banca Centrale Europea. I data center di intelligenza artificiale hanno bisogno inoltre del doppio dell’acqua rispetto a quelli tradizionali per funzionare, secondo le stime dell’Öko-Institute.

Man mano che le capacità di calcolo di queste tecnologie e le richieste degli utenti aumentano, cresce anche il loro fabbisogno energetico. Uno studio realizzato dall’Öko-Institute per Greenpeace, stima che l’uso globale di acqua per il raffreddamento dei data center quadruplicherà da 175 miliardi di litri nel 2023 a 664 miliardi di litri entro il 2030, pari al consumo annuo di acqua potabile di una città grande tre volte Milano.

Il rapporto prevede anche consumi di elettricità undici volte superiori entro il 2030 rispetto a quelli del 2023 e fino a cinque milioni di tonnellate di rifiuti elettronici in più entro lo stesso anno a causa dell’espansione dei data center e delle capacità di intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale potrà contribuire a migliorare le nostre vite solo se sarà sostenibile per l’ambiente e per il clima. Se vogliamo evitare che la sua fame di energia aggravi la crisi climatica già in corso, la diffusione dell’AI deve andare di pari passo con l’espansione delle energie rinnovabili.

I giganti della tecnologia come NVIDIA, AMD, Microsoft, Google e Meta devono impegnarsi quanto prima a utilizzare il 100% di energia rinnovabile, come eolica e solare, lungo le loro catene di fornitura e supportare i propri fornitori nel raggiungimento di questo obiettivo. È l’unico modo per fermare una pericolosa crescita di emissioni a livello globale proprio nel momento in cui dobbiamo urgentemente ridurle.

E noi? Cosa possiamo fare? Certamente, come premesso, l’intelligenza artificiale è un supporto notevole per tante attività lavorative. Il problema principale, però, è che ormai chiunque ne fa uso e molto spesso per puro gioco o goliardia.

E così, in un momento in cui l’espressione “cambiamento climatico” è all’ordine del giorno, ognuno di noi può impegnarsi nel suo piccolo a contribuire a provare a salvare il nostro pianeta. Se ogni cittadino provasse ad inquinare l’1% in meno di quanto fa abitualmente sarebbe già un ottimo punto di partenza. Proviamoci, tutti insieme, a regalare un posto migliore alle generazioni future!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

L'Altra Notizia

You cannot copy content of this page