Dopo una settima dalla morte di Diego Armando Maradona le cause del decesso restano incerte. Le ricerche dei magistrati guidati dal giudice Orlando Diaz continuano senza sosta, che indagano sul percorso terapeutico seguito dal calciatore prima del decesso.
Diego assumeva grandi quantità di farmaci: antiepilettici (Gabapertin e Levetiracetam), un antipsicotico (Lurasidone), un farmaco antagonista degli oppiodi, un inibitore del desiderio dell’alcol (Naltrexone), una medicina per la schizofrenia e il disturbo bipolare (Quetiapina) e un antidepressivo (Venlafaxina). E, per questo, il giudice – secondo quanto riportato da Il Mattino – ha avviato le verifiche dei cellulari perquisiti in precedenza del neurochirurgo Leopoldo Luque e della sua psichiatra Augustina Cosachov.
L’obiettivo del giudice è quello di scovare qualsiasi indizio riguardante le cure mediche che Maradona riceveva.
Inoltre oggi il giudice Diaz dovrà anche decidere la posizione del dottore Luque, al momento in carcere non sotto richiesta del pubblico ministero.
Altro punto interrogativo resta la casa in cui si trovava il campione argentino durante la sua morte, considerata inadatta dai parenti per le sue condizioni di salute. La casa, infatti, appare degradata e lasciata a se stessa.
Sono ancora tanti, troppi gli interrogativi attorno alle ultime ore del Pibe de Oro. Interrogativi che fanno aumentare rabbia e sconforti fra i suoi fan, ancora increduli di quanto accaduto.