Di Gabriele Granato
Per noi, come per tantissimə più che una giornata di “festa” è una giornata di ricordo e di lotta!
Lotta come quella che stanno portando avanti incessantemente da settembre scorso migliaia di donne (ma anche uomini) iraniane contro un regime, sempre più violento e spietato che nega sistematicamente qualsivoglia diritto e libertà alle donne.
Una lotta che ha trovato largo appoggio anche tra i calciatori iraniani: ricorderemo tuttə la scelta della Nazionale Iraniana di non cantare l’inno nel corso della prima partita dei Mondiali di Qatar2022 proprio in appoggio alla lotta delle donne iraniane.
Così come sono da segnalare le dichiarazioni di Mehdi Taremi, centravanti del Porto e dell’Iran a seguito dei vergognosi attacchi chimici ad alcune scuole femminili dell’ultimo mese: “Le amare vicende accadute in diverse scuole femminili hanno ferito il cuore della società e tutti sono preoccupati per le proprie figlie. La richiesta delle persone e delle famiglie delle studentesse è che chiunque sia coinvolto in queste azioni disumane venga identificato prima che altre ragazze subiscano danni”.
O ancora il gesto del secondo portiere della nazionale iraniana e portiere di punta della Persian Gulf Pro League, la Serie A locale, Payam Niazmand che ha scelto di devolvere i 9.000€ del premio mondiale (per la qualificazione ottenuta) per fare uscire di prigione 20 prigionieri del regime (18 uomini e 2 donne).
Una lotta quella delle donne iraniane a cui è doveroso continuare a dare spazio, a maggior ragione visto che i media nazionali hanno deciso di far scendere il silenzio.
A loro, così come a chiunque altra lotti per un mondo migliore va il nostro più sentito ringraziamento.