Di Gabriele Granato

Italia: Regina indiscussa il Milan di Pioli che ha rafforzato e ringiovanito la squadra con alcuni importanti innesti tra cui spicca il nome dello statunitense Pulisic che in queste prime tre giornate ha già avuto modo di mettersi in mostra.

Il Napoli di mister Garcia, così come l’Inter di Inzaghi e la Juventus di Allegri hanno operato in maniera mirata e meno appariscente del Milan. Squadre che escono puntellate ma probabilmente non rafforzate in maniera assoluta rispetto agli organici dello scorso anno.

Discorso a parte per le due romane:
la Lazio ha ceduto il suo miglior calciatore, quel Milinkovic Savic che ha scelto di andare in Arabia, inserendo in organico alcuni interessanti giovani;
la Roma negli ultimi giorni di mercato ha piazzato il colpo Lukaku rendendo decisamente più interessante una campagna acquisti che altrimenti avrebbe avuto poco o nulla da dire.

Tra calciatori che sono arrivati e calciatori che sono andati abbiamo voluto stilare la nostra personalissima top tre degli acquisti. Una classifica che non tiene tanto conto delle qualità tecnico tattiche dei calciatori quanto il loro impegno sociale al di fuori del campo.

Jakub Jankto
Il calciatore della Repubblica Ceca, ritrova il suo mentore Claudio Ranieri in quel di Cagliari dopo aver fatto coming out. Accolto in maniera totalmente inadeguata dal massimo esponente del calcio italiano, può con la sua presenza e il suo coraggio porre la questione dell’accettazione dell’omosessualità – e in generale delle questioni di genere – in un ambiente ancora eccessivamente machista e maschilista.

Morten Thorsby
Il danese, ex Sampdoria, approda nuovamente a Genova, stavolta sponda grifone. Con lui torneremo ad ammirare la sua chioma bionda e il suo numero, quel 2, che rimanda al suo impegno sociale in favore dell’ambiente e all’accordo di Parigi che prevede di limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei due gradi centigradi.

Sardar Azmonun
L’attaccante iraniano giunto via Leverkusen sembra già chiuso dalla coppia Dybala-Lukaku ma con lui il campionato italiano acquista un campione capace di sfidare il regime iraniano della guida suprema Ali Khamenei. Azmonun, tra messaggi social, proteste simboliche fuori e dentro il campo, è stato tra i più attivi nel manifestare la propria solidarietà al movimento femminista che dallo scorso settembre sta lottando contro le restrizioni imposte dal Governo. Un movimento che si è identificato con lo slogan kurdo woman freedom life che abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare nel corso dei mondiali di Qatar 2022 e che ha nella giovane Mahsa Amini il suo simbolo.

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