“Non cambia idea e non servirebbe trasferirlo da un’altra parte: l’unica soluzione sarebbe quella di toglierlo dal 41-bis“. Angelica Milia è la dottoressa di fiducia di Alfredo Cospito e lancia l’allarme sul peggioramento delle sue condizioni di salute, dopo oltre 100 giorni di sciopero della fame. L’anarchico di Pescara non ha nessuna intenzione di interrompere la sua forma di protesta e sta rischiando la vita in carcere. “E’ partito da un indice di massa corporea da obeso e ora stiamo andando verso il sottopeso, rischiamo questioni irrisolvibili per gli organi – spiega all’Adnkronos la cardiologa Angelica Milia -. L’ho visto l’ultima volta giovedì, ma sono in stretto contatto col collega del carcere. Abbiamo avuto un ulteriore calo del potassio e abbiamo aumentato la terapia: ha perso un altro chilo e sta andando incontro al sottopeso rispetto all’indice di massa corporea“.
“Se va in fibrillazione ventricolare con arresto cardiaco lo si rianima, ma poi? – si chiede Angelica Milia -. Anche spostandolo in un’altra struttura, dove si possa operare più in fretta, cambierebbe poco. Il fisco è intaccato in modo grave e il recupero sarebbe difficile perché non vuole neanche l’alimentazione forzata. Non si può fare altro che toglierlo dal 41-bis“.
Alfredo Cospito è un anarchico italiano di 55 anni già condannato in via definitiva per aver gambizzato un dirigente dell’Ansaldo Nucleare e in attesa della definizione del giudizio – si sta svolgendo l’appello-bis per rideterminare la pena – per l’attentato alla Scuola allievi dei carabinieri di Fossano per la quale è accusato del reato di strage politica, uno dei più gravi previsti dal codice penale. Nel frattempo, a maggio dello scorso anno, il ministero della Giustizia ha deciso l’applicazione del regime di 41-bis, il cosiddetto carcere duro, perché a loro avviso dal penintenziario inviava messaggi ai “compagni anarchici” attraverso riviste di settore. Cospito ha iniziato lo sciopero della fame a ottobre per contestare l’applicazione del carcere duro.
Dieci anni fa l’anarchico è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione per aver gambizzato Roberto Adinolfi, dirigente dell’Ansaldo Nucleare. Negli anni successivi è stato accusato di aver piazzato due pacchi bombaa Fossano, nel Cuneese, davanti alla Scuola allievi dei carabinieri: non ci furono né morti né feriti. Per questa vicenda Cospito è stato condannato in appello a 20 anni di carcere, mentre la compagna Anna Beniamino a 16, per strage comune. Lo scorso maggio la Corte di Cassazione, su richiesta del procuratore generale, ha chiesto però di riformulare la condanna ritenendo che il reato fosse di strage politica, applicando quindi l’articolo 285 del codice penale, che prevede l’ergastolo e rientra – a differenza della strage comune – tra i reati “ostativi”, quelli per i quali insomma il condannato non possa ottenere benefici o pene alternative. Tornati in secondo grado, l’accusa ha quindi chiesto l’ergastolo per Cospito e 27 anni e 1 mese per Beniamino. La Corte d’appello di Torino, a cui spetta riformulare la pena, a dicembre ha chiesto l’intervento della Corte costituzionale per chiarire se sia possibile applicare l’attenuante della “tenuità del fatto” per l’attentato alla Scuola allievi, come richiesto dalla difesa.